“Pericoloso colpire indistintamente un settore già duramente provato. Da subito occorre mettere in campo interventi economici di sostegno”. Così Gianni Rebecchi, Presidente di Confesercenti Lombardia, commenta l’annuncio di un ulteriore inasprimento delle misure restrittive contro bar, ristoranti ed altre attività della somministrazione lombarde, con l’anticipo di un’ora del “coprifuoco anti-movida” già disposto dalle ore 24 per le attività economiche del settore.
Rebecchi descrive il disappunto di una categoria che negli scorsi mesi ha investito molto per elevare i livelli di sicurezza dentro e fuori i propri locali, nella consapevolezza di dover fare la propria parte nella lotta contro la pandemia. “Ci aspettavamo dalla autorità degli interventi più puntuali e circoscritti alle situazioni dove le regole non vengono rispettate, anziché un intervento a tappeto che colpisce tutti indistintamente – continua Rebecchi – Bar, pub e ristoranti, alberghi e strutture ricettive hanno investito molto per garantire la sicurezza dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori”.
Solo con l’annuncio di una nuova stretta nei giorni scorsi è stato perso il 20% del fatturato, che tradotto significa circa un miliardo di euro sfumato in un solo mese. Percentuale che nei prossimi 30 giorni, secondo Confesercenti, salirà fino a toccare il 40%.
Per il portavoce Fiepet-Confesercenti Lombardia, Vincenzo Butticé, “si tratta di un ulteriore colpo per un settore estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smart working”. “Occorre ricordare che dietro a queste attività ci sono famiglie di imprenditori e lavoratori che vivono grazie alle loro aziende. Il tessuto socio-economico di ogni città è gravemente in pericolo. Chiudere in anticipo e in maniera indiscriminata le attività potrebbe portare poi più danni che benefici, con operatori sempre più in difficoltà”.
“Chiediamo di rendere disponibili da oggi nuovi aiuti economici -, dichiara il portavoce Fiepet-Confesercenti Lombardia -. Interventi di sostegno certi, rapidi e adeguati, destinati alle imprese che entrerebbero in crisi per effetto delle restrizioni. Un ritardo è inammissibile: significherebbe la morte delle attività e un sistema economico che rischia di collassare. Occorre agire sui costi fissi, come affitti, Tari e Cosap, con interventi decisi ma troppo spesso lasciati alla libera iniziativa di amministratori locali e quindi disomogenei sul territorio e del tutto insufficienti”.