E’ corsa alla pasta Made in Italy che utilizza solo grano nazionale con gli acquisti che sono cresciuti in valore del 29% nel 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainata dalla tendenza dei consumatori a cercare prodotti di origine nazionale per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi sei mesi dell’anno diffusa in occasione della Giornata Mondiale della Pasta che si celebra domenica 25 ottobre in tutto il mondo ed in Italia con la preparazione dalle ore 10 dei diversi tipi di pasta regionale fatta in casa nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica da Roma in via San Teodoro n.74 a Napoli in via Guidetti 72, Parco San Paolo Fuorigrotta, da Bari al Mercato di Piazza del Ferrarese e a Lecce in Piazza Ariosto.
Gli acquisti di pasta con 100% grano italiano – sottolinea la Coldiretti – sono cresciuti ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca (+12,5%) anch’essa in forte aumento anche dall’effetto dello smart working e del lockdown per combattere l’emergenza covid che ha costretto gli italiani in casa nel periodo considerato. Il risultato è che già oggi un pacco di pasta su 5 venduto al supermercato utilizza esclusivamente grano duro coltivato in Italia.
Una vera e propria svolta patriottica favorita dall’obbligo dell’etichettatura di origine del grano impiegato fortemente voluta dalla Coldiretti che ha spinto le principali industrie agroalimentari a promuovere delle linee produttive con l’utilizzo di cereale interamente prodotto sul territorio nazionale. Un fenomeno che ha coinvolto tutti i principali marchi del Belpaese, tranne un paio di eccezioni.
Ma la ricerca del Made in Italy – continua la Coldiretti – ha condotto anche alla riscoperta di grani antichi, riportando nel piatto il Senatore Cappelli, laTimilia, il Saragolla e altre varietà che hanno fatto la storia del Paese a tavola. Per acquistare la vera pasta Made in Italy 100% basta scegliere le confezioni che riportano le indicazioni “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”.
Ci sono quindi finalmente le condizioni per rispondere alla domanda di italianità di quell’84% di consumatori che, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, vogliono sostenere l’economia nazionale in un momento difficile per effetto della pandemia da coronavirus. Un obiettivo da raggiungere con rapporti di filiera virtuosi e accordi che assicurino la sostenibilità della produzione attraverso impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo” del grano italiano.
L’Italia peraltro – conclude la Coldiretti – è prima in Europa e seconda nel mondo nella produzione di grano duro destinato alla pasta con una stima dell’Istat di 1,23 milioni di ettari seminati nel 2020 con una produzione attorno ai 3,76 miliardi di chili, con la dipendenza dall’estero che si è ridotta al 25%.