Durante il lockdown sono aumentate le persone che hanno un lavoro ma che si sono rivolte ugualmente ai Centri di ascolto della Caritas Ambrosiana. Il fenomeno è emerso dall’ultimo rapporto ‘La povertà nella Diocesi ambrosiana’ che è stato presentato da Caritas ambrosiana nel corso di una conferenza stampa online.
Mentre tra gli utenti dei centri di ascolto, i titolari di un contratto di lavoro sono in media un quinto (nel 2019, il termine di paragone più vicino, erano il 19%), durante il lockdown sono saliti a un terzo (33,4%) per lo più a causa del ricorso al sistema di aiuti della Caritas da parte degli occupati titolari di cassa integrazione. Il significativo aumento dei cassaintegrati è dovuto, da un lato, al ritardo con cui sono arrivati gli indennizzi, dall’altro dagli importi modesti delle stesse indennità calcolate su stipendi base troppo scarsi rispetto al costo della vita soprattutto nelle aree metropolitane della diocesi.
Secondo il rapporto i lavoratori più colpiti dal lockdown sono stati quelli impiegati nei settori della ristorazione (lavapiatti, camerieri), ospitalità (custodi, cameriera ai piani) e della cura alla persona (colf e badanti).