MONZA – Hanno esposto le proprie ragioni questa mattina in piazza Trento e Trieste a Monza. Lo hanno fatto durante un presidio che Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, le organizzazioni sindacali provinciali di categoria, hanno promosso in occasione dello sciopero nazionale dei servizi pubblici. Questi ultimi comprendono lavoratrici e lavoratori di diverse categorie: dalla sanità ai dipendenti dei Tribunali, dall’Agenzie delle Entrate ai Vigili del Fuoco. Nella provincia di Monza e Brianza gli addetti interessati dallo sciopero sono circa 10 mila. Altri 8 mila lavorano in provincia di Lecco.
L’astensione lavorativa è motivata da diversi fattori. Uno di questi è costituito dalla necessità di effettuare nuove assunzioni. Anche perché l’età media dei lavoratori del pubblico impiego è di 51 anni. “Negli ultimi 15 anni – spiegano Tania Goldonetto, Nicola Turdo, Carmine Villani e Alfio Bennardo, rispettivamente segretari generali Fp Cgil Monza Brianza, Cisl Fp Monza Brianza Lecco, Uil Pa e Uil Fpl Brianza – il comparto ha perso 300mila posti. Da anni, per esempio, segnaliamo la mancanza di 50mila infermieri. E le assunzioni concluse dopo la prima ondata non hanno coperto il turn over. In generale, in questo settore, servono più assunzioni e una maggiore formazione, per evitare che l’organico degli uffici, già carente, sia ulteriormente sottodimensionato”.
Un altro motivo della protesta riguarda la richiesta di stabilizzazione di 170mila precari. “Personale – precisano i dirigenti sindacali – che viene chiamato di volta in volta. Ma si tratta di addetti che coprono ruoli essenziali”.
Una terza motivazione dello sciopero è legata alla sicurezza degli operatori. I sindacati, sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, chiedono che in tutti i luoghi di lavoro il personale sia fornito di adeguati dispositivi di protezione individuale. “Oltretutto – precisano i rappresentanti sindacali -, soprattutto in questo periodo, la stessa incolumità personale degli operatori sanitari è a rischio. C’è chi è stato aggredito sul posto di lavoro, sulle ambulanze e nei pronto soccorso”.
I lavoratori hanno scioperato anche per il rinnovo contrattuale. Il “vecchio” contratto è scaduto da due anni. “Le risorse stanziate dal governo nella legge di Bilancio non sono sufficienti a garantire, non solo i rinnovi, ma una vera riforma della pubblica amministrazione che parta dalle assunzioni. Le iniziative messe in campo oggi sono fondamentali per garantire il servizio pubblico, a tutti i livelli, per i prossimi anni”.