Per effetto dell’emergenza Covid nel 2020 crescono solo le esportazioni Made in Italy dell’agroalimentare e delle medicine mentre si registrano riduzioni in tutti gli altri settori. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero ad ottobre diffusa in occasione dell’Assemblea della Coldiretti “L’Italia riparte dagli eroi del cibo” con la relazione del presidente nazionale Ettore Prandini e la partecipazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola.
Nei primi dieci mesi dell’anno in controtendenza rispetto all’andamento generale che vede un calo del 12% l’agroalimentare fa registrare un aumento dell’1% secondo solo a quello dei prodotti farmaceutici con 5,4%. Al contrario degli altri settori simbolo del Made in Italy come il tessile (-20,8%) e i mezzi di trasporto (-16,4%) registrano cali a due cifre, le imprese del comparto agroalimentare mettono a segno complessivamente un aumento nonostante le flessioni di alcuni settori come il vino. Un segnale di resilienza da cui ripartire e che trae slancio dalla qualità e dalla riconoscibilità dei veri prodotti italiani con il loro patrimonio di storia, tradizione e legami con il territorio.
“L’agroalimentare può essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “vanno aiutate le imprese a superare questo difficile momento e va preparata la ripresa anche con la creazione di nuovi canali commerciali e una massiccia campagna di comunicazione superando l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse puntando, in primo luogo, ad una regia nazionale attraverso un’agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo, valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate”.