Le misure più restrittive colpiscono quasi 8 italiani su 10 (78%) che risiedono nelle regioni in area arancione (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta) e area rossa (Lombardia e Sicilia) nella quale è ricompresa anche la provincia di Bolzano che si è però autoproclamata zona gialla. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti della nuova mappa dei colori. Nelle regioni gialle vivono quasi 13 milioni di persone mentre sul lato opposto ben 14,9 milioni risiedono nelle regioni rosse dove sono in vigore le limitazioni più pesanti per combattere la diffusione del virus.
La nuova mappa dei colori della pandemia fa chiudere quasi 256mila bar, ristoranti, delle pizzerie e agriturismi nelle regioni rosse e arancioni dove è proibita qualsiasi attività al tavolo, con un drammatico impatto su economia ed occupazione. Si tratta di 3 locali su 4 (71%) presenti in Italia che si trovano nelle zone critiche dove è consentita solo la consegna a domicilio o l’asporto, con limitazioni fino alle 18 per i bar che riducono ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le aperture tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate.
Una situazione che rischia di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per la ristorazione che dimezza il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea.
Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione.