SEREGNO – L’amministrazione comunale sta cercando di fare il più possibile la sua parte, ma la crisi c’è e si sente: sono più di quattrocento le domande presentate dai nuclei familiari seregnesi per poter accedere al fondo di solidarietà alimentare, da tutti meglio conosciuto come “Buono spesa”. Si tratta di quello strumento che, purtroppo, tutti conosciamo perché figlio della crisi economica generata dall’emergenza Covid: un sostegno concreto per poter consentire alle famiglie in difficoltà di potere acquistare beni di prima necessità.
In occasione della prima ondata di contagi il bilancio era stato ben più pesante: in tutto erano state 860 le domande presentate in Comune da parte di cittadini che non beneficiavano più di entrate minime. A colpire il sindaco Alberto Rossi, in particolare, una caratteristica: molte di queste persone non avevano mai avuto alcuna relazione in precedenza con gli uffici. Insomma era un caso di nuove povertà.
Ora le quattrocento domande ricevute non invitano all’ottimismo. Perché si tratta di un bilancio ancora provvisorio (i termini per la presentazione della domanda non sono ancora scaduti) e, oltretutto, tiene conto di ulteriori nuclei che a causa del perdurare della crisi si trovano ora costretti a dover fare i conti con un bilancio familiare piuttosto difficile.
I requisiti per accedere al contributo sono la regolare residenza in città, il possesso di un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 15mila euro e la condizione di grave bisogno economico.
Ben consapevole che la situazione sarebbe stata drammatica, il Comune aveva deciso di aggiungere 31mila euro prelevati dal conto corrente solidale ai 233mila euro stanziati dal governo ripartendo i fondi in tutta Italia.
I contributi sono commisurati in 200 euro per nuclei familiari di uno o due componenti, in 300 euro per nuclei familiari di tre persone, di 400 euro per nuclei di quattro componenti e di 500 euro per nuclei più numerosi. Il contributo è diminuito del 30 per cento per coloro che hanno già ricevuto altro sostegno economico nel corso del 2020.
“Da una prima impressione – afferma Laura Capelli, assessore alle Politiche sociali -, non rileviamo una sostanziale differenza tra la campagna dei buoni alimentari della scorsa primavera e quella attuale. Anzi, se una differenza c’è, è di segno peggiorativo: sono sempre di più le famiglie in difficoltà e sono sempre più gravi le difficoltà che le famiglie affrontano in questo periodo di emergenza sanitaria”.