MILANO -Si nascondeva in casa di un suo amico, come lui con un discreto curriculum criminale alle spalle, ma i poliziotti della Squadra mobile di Milano lo hanno scovato e arrestato, nonostante si fosse rintanato sotto il letto per non farsi trovare. Si tratta di un 47enne accusato di tentata rapina aggravata e lesioni gravi e aggravate ai danni della commessa di un negozio del centro di Milano.
Lo scorso 11 febbraio era entrato in un esercizio commerciale di piazza Cordusio e, armato di coltello, aveva minacciato la commessa per farsi consegnare il denaro in cassa. Ma la 28enne aveva reagito opponendosi alla rapina; durante la colluttazione il criminale aveva sferrato alla ragazza una coltellata all’altezza dell’ascella, procurandole una profonda ferita con una prognosi di 21 giorni. Anche l’aggressore era rimasto ferito ad una mano, e, fuggendo, aveva lasciato diverse tracce di sangue sparse nel negozio.
L’indagine si è sviluppata su tre fronti. Le tracce ematiche sono state acquisite ed analizzate dal Reparto di genetica della Polizia scientifica, che ha ricavato un profilo genetico del rapinatore. Gli investigatori della Mobile milanese hanno esaminato le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza del negozio rapinato e di tutta la zona del centro.
In collaborazione con l’ufficio statistiche ed analisi criminale della Divisione anticrimine della questura di Milano, sono stati analizzati i profili criminali compatibili, e uno dei più corrispondenti, sia per curriculum criminale che per descrizione fisica, è stato proprio quello dell’indagato.
L’ultima fase dell’operazione è stata portata a termine dai Falchi della questura, che hanno rintracciato l’uomo nell’appartamento dove poi è stato arrestato.
La conferma che il responsabile della rapina fosse proprio lui è arrivata dalla vistosa fasciatura che aveva alla mano destra, riconducibile alla ferita riportata durante la colluttazione con la commessa. Inoltre i poliziotti hanno trovato alcuni indumenti indossati il giorno della rapina e, infine, gli specialisti della Polizia scientifica hanno accertato che il sangue rinvenuto sul luogo del delitto appartiene proprio all’indagato.