Se i paesi ricchi, che si sono accaparrati la quasi totalità delle dosi sul mercato, non condivideranno i vaccini anti Covid con quelli poveri la pandemia potrebbe allungarsi “anche di sette anni”. Lo afferma in un editoriale su Nature di Gavin Yamey, direttore del Center for Policy Impact in Global Health della Duke University, che ricorda come al momento 130 paesi, con una popolazione di 2,5 miliardi di abitanti, non hanno ricevuto una sola dose.
“C’è un mantra nella salute globale che recita che un focolaio in un qualsiasi posto del mondo può portare ad un’epidemia ovunque – spiega Yamey -, ed ecco perché è nel nostro interesse collettivo come comunità internazionale iniziare a condividere le dosi e a far sì che si espandano le forniture globali di vaccini”.
In questo momento, spiega l’esperto, appena il 16% della popolazione mondiale si è assicurata più di metà delle dosi disponibili, e anche il programma Covax attivato dall’Oms ha abbastanza scorte per appena il 20% della popolazione dei paesi a basso e medio reddito.
Questo squilibrio potrebbe portare ad avere miliardi di persone non protette per anni, con il rischio che il virus, diffondendosi, muti ancora e diventi più contagioso o letale. “Questo porterebbe a conseguenze economiche devastanti per tutti, con un costo di 9 mila miliardi di dollari di cui metà a danno dei paesi più ricchi”. (Ansa).