“Sulle varianti resistenti ai vaccini dobbiamo metterci in testa che serve tolleranza zero. Laddove si manifestano e c’è un focolaio, bisogna chiudere tutto, in stile Codogno, perché non possiamo permetterci che si diffondano nel paese. Significherebbe resettare l’orologio del paese un anno indietro”, ha detto Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, intervenendo durante la trasmissione Agorà su Rai 3. Rispetto alle varianti, l’esperto distingue anche tra la variante classica che ha colpito l’Europa nei primi mesi e quella inglese.
“Con la prima – ha spiegato Crisanti – i bambini avevano una resistenza da 20 a 30 volte maggiore di un adulto e questo ha permesso di lasciare aperte le scuole materne. La variante inglese invece ha rotto questa barriera e si diffonde bene anche in bambini fino a 5 anni. E’ cambiato il quadro epidemiologico, ignorarlo comporta il rischio di aumentare i contagi. E’ giusto che si prenda in considerazione la nuova caratteristica del virus. L’agenda la detta il virus, se cambia il virus devono cambiare le misure”. Quanto ai parametri utilizzati per prendere decisioni, secondo Crisanti, “l’Rt è un parametro che è disponibile quando il dato è già vecchio, il numero dei casi settimanali è un parametro meno preciso ma più tempestivo, e potrebbe essere affiancato dalla percentuale di positivi ai tamponi molecolari”.
“Non si vaccina quando c’è alta trasmissione del virus perché così facendo si favorisce l’emergere di varianti resistenti al vaccino. Per questo credo che il provvedimento sul tavolo del Cts vada nella direzione giusta, cercare di spegnere la trasmissione e cercare di vaccinare più persone possibili”, ha spiegato Crisanti. Rispetto alle possibili soluzioni secondo Crisanti “è improponibile un lockdown generalizzato seguito da altro lockdown e altro lockdown. Ci vuole un piano chiaro preciso e che sia l’ultimo. Per farlo serve un piano nazionale finanziato per il monitoraggio delle varianti e potenziare il sistema di sorveglianza perché anche tra se qualche mese saremo vaccinati, non sarà così nel resto del mondo e – ha concluso Crisanti – dobbiamo assicurare agli italiani la possibilità di potersi spostare all’estero”.