Nel prossimo decreto Sostegno sarà inserita una nuova proroga del nuovo blocco dei licenziamenti, che dovrebbe essere fissata al 30 giugno superando così la scadenza attuale del 30 marzo. In seguito la misura resterebbe valida solo per le piccole imprese fino al 30 ottobre, che non hanno la tutela della cig ordinaria, legata alla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, intervenendo alla commissione Lavoro del Senato.
“Andiamo nella direzione di una proroga del blocco dei licenziamenti, che però nel caso dei lavoratori che dispongono di strumenti ordinari sarà legata ad un termine che sarà definitivo. Per coloro non coperti da strumenti ordinari sarà agganciata alla riforma degli ammortizzatori sociali”, ha spiegato.
Orlando ha parlato anche di vaccinazioni nei luoghi di lavoro, sottolineando che occorre “affrontare con urgenza la sfida, per la quale abbiamo predisposto una intesa con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che utilizzi anche i medici aziendali nella somministrazione dei vaccini. C’è già un gruppo tecnico che sta lavorando per la predisposizione dei protocolli”.
L’approvazione del Dl Sostegni è slittata alla prossima settimana per inserire le norme arrivate dai dicasteri, come il pacchetto lavoro con le misure per la proroga della Cig. A pochi giorni dal via libera, resta il nodo del limite dei cinque milioni di euro di fatturato per ricevere il contributo da parte delle aziende in difficoltà. Anche qui la richiesta di cambiare passo innalzando il tetto è trasversale. La Lega fa sapere di star lavorando per alzare l’asticella: il rischio è infatti che molte imprese rimangano tagliate fuori, soprattutto nel settore del turismo. Più difficile trovare una sintesi sul capitolo fiscale: l’intenzione di abbonare le cartelle affidate fra il 2000 e il 2015 non convince gran parte del Pd e LeU. Tutti concordano sulla necessità di liberare il cosiddetto ‘magazzino’ dai crediti considerati inesigibili e che impiegano inutilmente risorse dell’Agenzie della riscossione. Da una parte, sul tavolo della discussione ci sono le soglie da applicare: l’ipotesi più probabile è di fissare a 5mila euro il tetto e che costerebbe secondo i calcoli del Tesoro circa 2 miliardi.
Appare certo invece il rinnovato “congelamento” dei versamenti fiscali e delle rate della rottamazione fino a fine aprile, con contestuale ripresa delle notifiche delle nuove cartelle. Dieci degli oltre 30 miliardi del nuovo pacchetto andranno poi a sostenere più direttamente il mondo del lavoro. Il blocco dei licenziamenti sarà prorogato a fine giugno mentre la cig Covid dovrebbe essere prolungata per tutto l’anno. Allo studio anche il finanziamento con 500 milioni del fondo occupazione e una risposta alle crisi aziendali, tema quest’ultimo su cui è in agenda un incontro tra i Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia. Sempre legata alle ricadute dell’emergenza covid, in arrivo il rinnovo dei congedi parentali per chi ha figli in Dad (200 milioni), la possibilità di scegliere lo smart working sempre laddove vi siano necessità di cura, e i voucher baby sitter. Misure che puntano a garantire una maggiore equità nella suddivisione dei compiti familiari e quindi a sostenere la parità di genere.
Rispetto alle anticipazioni fin qui emerse dei contenuti del prossimo decreto “Sostegno”, Confcommercio ribadisce l’esigenza di “misure di ristoro adeguate e tempestive”. Quanto ai criteri, “resta confermata la necessità di un meccanismo che superi il sistema dei codici Ateco, non introduca tetti rigidi di ricavi e faccia riferimento tanto alle perdite di fatturato annuo, valutandone con attenzione la misura percentuale da individuarsi come condizione di accesso, quanto ai costi fissi. Tutto ciò per rispondere in maniera equilibrata alle esigenze dei diversi settori e delle diverse dimensioni d’impresa, nonché del mondo delle professioni”.