ll Consiglio dei ministri ha approvato il testo del dl Sostegni. “Questo decreto è una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori, è una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare all’interno di questo stanziamento”, ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Cdm. “I pagamenti inizieranno l’8 aprile, per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto oggi, 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile”, ha aggiunto.
Cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 (anziché 2015) e solo per chi rientra in un tetto di reddito di 30mila euro.
Sarebbe questo, secondo quanto si apprende da diverse fonti ministeriali, il punto di caduta trovato in Consiglio dei ministri sullo stralcio delle cartelle, inserito nel decreto Sostegni.
Ora “è necessario accompagnare le imprese e i lavoratori nel percorso di uscita dalla pandemia, questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi, verrà il momento di guardare al debito ma non è questo il momento, di pensare al Patto di stabilità”, ha spiegato Draghi in conferenza stampa, la prima da presidente del Consiglio.
“E’ chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l’accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa”. Non usa giri di parole il premier per spiegare, in riferimento allo stralcio delle cartelle che è stato deciso, che nel decreto Sostegni ci sarà anche “una parte che prevede una modifica della riscossione, una piccola riforma della riscossione, del controllo e dello scarico” delle cartelle. “Senza – spiega – in un paio di anni avremmo avuto ancora milioni di cartelle da dover esigere”.
Sul tema della cancellazione delle vecchie cartelle, prima del Cdm si sarebbe consumato un braccio di ferro tra i partiti.
Lo ‘stralcio’ delle cartelle prevede un importo contenuto di 5.000 euro “che corrisponde ad un netto di circa 2.500 euro tra interessi e sanzioni varie”. E questo “permette all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione anche in modo più efficiente”, ha detto Draghi definendo la norma un ‘condono’ che però sarà limitato ad una piccola platea, sotto un certo reddito “e forse con minore disponibilità economica. Avrà impatti molto molto limitati”.
Rispondendo a una domanda sui vaccini, il presidente del Consiglio ha detto: Non mi sono ancora prenotato ma farò Astrazeneca.
“La campagna delle vaccinazioni ha subito un rallentamento ma non è stato disastroso. La disponibilità in futuro a vaccinarsi possiamo stimarlo nei prossimi giorni, pensiamo ad esempio alla vicenda Astrazeneca, credo che alla fine sarà la razionalità degli italiani a decidere. L’obiettivo è di arrivare a 500 mila dosi a metà aprile, siamo arrivati ora a 165 mila, a giugno contiamo di aumentare ancora”, ha detto Draghi.
“Per quel che mi riguarda – ha specificato il premier – la scuola sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Sarà la prima attività a essere riaperta, riprendendo perlomeno la frequenza scolastica fino alla prima media”.