DESIO – “Sport e videogames: nemici o alleati?”. Si intitola così l’indagine lanciata in questi giorni dall’Aurora Desio e dall’Università Cattolica, attraverso un gruppo di studenti della facoltà di Psicologia coordinati dalla docente Michelle Castenetto. L’indagine è condotta su un campione di giovani sportivi adolescenti, nella fascia dai 12 ai 16 anni, e i loro genitori, per comparare anche le percezioni relative al fenomeno degli uni e degli altri.
È stato chiesto loro di compilare un questionario online che indaga 20 macro quesiti con l’obiettivo di comprendere quanto il gaming – sempre più dilagante tra i giovani, già prima del lockdown – incida sulla motivazione verso lo sport, ovvero se e quanto possa influenzarla. Scopo della ricerca è, dunque, esplorare il rapporto tra giovani e videogiochi, nonché rischi connessi in termini di sedentarietà, dipendenza digitale, meno tempo dedicato allo sport, allo studio, ai contatti della vita reale.
“Il gaming non è di per sé un fenomeno negativo, lo è l’eccesso e la mancanza di controllo che può scaturire da dinamiche di dipendenza – dichiara Castenetto, psicologa clinica e dello sport che collabora con diversi atleti e club -. L’esperienza del lockdown ha tolto molto ai nostri ragazzi, che si sono rifugiati in quello che avevano a disposizione. La vera sfida per educatori e genitori sarà di contenere un possibile disagio nel momento in cui si potrà tornare a scegliere come passare le proprie giornate: lo sport, che è relazioni, salute e momento di crescita, è irrinunciabile. Potremmo trovarci a doverlo ricordare agli adolescenti e a guidarli perché la chiusura imposta dall’emergenza sanitaria non si cronicizzi in scelte di vita isolata”.
“La nostra società è impegnata in una battaglia per difendere il calcio e lo sport vero contro quello digitale – sottolinea Alessandro Crisafulli, direttore generale dell’Aurora Desio – e nei prossimi mesi ci saranno tante iniziative di sensibilizzazione in questo senso, sotto lo slogan di #giocarealenonvirtuale. Come sempre, come già fatto nelle nostre battaglie contro bullismo e razzismo arrivate ai massimi livelli delle istituzioni sportive e politiche, vogliamo fare squadra e trascinare con noi più club possibile. Perché è un movimento per il bene, la salute, il futuro dei nostri giovani. Lo sport è vita, il gaming è tutt’altro, principalmente business. Con la ricerca universitaria vogliamo partire da dei dati oggettivi, andando ad analizzare la posizione dei ragazzi e dei genitori”.
In questionario è stato diffuso anche ad altri Club in modo da poter ampliare il campione. I risultati saranno presentati in una serata su AuroraTv, la web tv del Club bluarancio insieme ad importanti ospiti e specialisti.