Nel 2020 sono stati importate nel nostro Paese maschere protettive per un valore di 3,178 miliardi, +1425 % rispetto al 2019 (oltre a guanti protettivi per oltre 500 milioni, +62%, e di tute di protezione, camici impermeabili, camici chirurgici monouso e riutilizzabili, per 595 milioni, +127% ). Lo calcola l’associazione di settore Assosistema Confindustria che, per mascherine chirugiche e Ffp, evidenzia la “contraddizione” con un dato in crescita anche per l’export: +111%: “Questo significa che il prodotto italiano sicuro marcato CE viene esportato in Europa, mentre l’Italia importa prodotti realizzati in deroga alle normativee privi della marcatura CE”.
“Con l’obiettivo di ottenere un mercato competitivo e sano – dice Claudio Galbiati, presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria – abbiamo avviato un confronto con la struttura del commissario straordinario Figliuolo e con il Mise. In particolare, abbiamo chiesto: l’abolizione del processo di autorizzazione in deroga dei DPI non marcati CE; un quadro chiaro sui quantitativi dei Dpi necessari al settore sanitario ed industriale per la gestione dell’emergenza ad oggi e per il dimensionamento delle scorte strategiche per il futuro e, infine, un coordinamento delle autorità di sorveglianza ed un rafforzamento dei controlli sui prodotti immessi. Siamo ora in attesa di risposte concrete”.
Intanto, nei primi 4 mesi del 2021 il numero di dispositivi di protezione FFp2 e Ffp3 sdoganati per l’importazione in Italia “risulta già aver superato del +120.50% i valori del 2020”. (Ansa)