DESIO – “I cardiologi di Desio si sono presi completamente cura di me e io mi sono fidato della loro competenza, professionalità, empatia. Mi sono sentito in buone mani, anche quando mi hanno prospettato una procedura interventistica ad alto rischio che avrebbe però risolto la mia situazione cardiologica”. Chi parla così è un uomo di 55 anni, di Desio, già conosciuto ed in carico come paziente presso la Cardiologia di Desio. Oggi sta bene: è a casa, dimesso dopo un paio di settimane di degenza in ospedale.
Racconta il suo caso clinico e la straordinaria procedura realizzata in Emodinamica, dalla dottoresse Renata Rogacka e Nadia Mollichelli, il Primario di Cardiologia Felice Achilli.
L’uomo con una storia di patologia renale quarantennale, due trapianti di rene alle spalle andati male, attualmente in dialisi e con una malattia coronarica molto grave “è arrivato in ospedale – ricorda il Direttore della struttura – nel marzo scorso per un infarto e una coronaropatia severamente calcifica. Allora in fase acuta, abbiamo trattato la coronaria colpevole con il supporto di un dispositivo denominato “rotablator”: una piccolissima fresa rotante a forma di oliva montata sulla punta di un catetere che ruota ad alta velocità, rimuovendo il calcio della placca che ostruisce l’arteria e permettendo il posizionamento di stent per ripristinare il flusso sanguigno”.
Tuttavia, risolto questo primo problema, gli specialisti di Desio gli prospettano la necessità di una ulteriore procedura, per il trattamento più esteso della sua malattia, dopo che diverse Cardiochirurgie hanno ritenuto non praticabile l’intervento di bypass per l’alto rischio di mortalità intraoperatoria che comporta. “Un rischio che noi decidiamo di assumerci perché risolutiva dei problemi cardiologici, e ne parliamo con il paziente che viene richiamato in ospedale”.L’intervento richiede una preparazione minuziosa e la massima attenzione, compreso l’utilizzo di DyeVert, un sistema per la protezione renale da mdc.
“In sala di emodinamica, gli viene posizionato per via percutanea – spiega Felice Achilli – uno stimolatore per evitare che il cuore rallenti troppo durante la procedura ed un sistema denominato Impella, che sostituisce o supporta l’attività di pompa del cuore, durante l’intervento, e che alla fine dello stesso può essere rimosso”. Impella, in sostanza, aspira il sangue dal ventricolo e lo pompa direttamente nell’aorta.
“Quanto disposto ha consentito agli emodinamisti,– aggiunge il primario – un intervento in sicurezza per riaprire e rivascolarizzare integralmente le arterie coronarie”.
L’esito positivo dell’operazione oggi ha ridotto per il paziente il rischio di infarto, consentendogli di accedere ad un nuovo trattamento sostitutivo della sua insufficienza renale. Già, perché un nuovo trapianto di rene sarebbe impossibile senza le coronarie a posto.
E’ la prima volta, perlomeno in Brianza, che in una struttura di emodinamica si introduce una procedura simile.