Se i numeri possono essere utilizzati anche come termometro di uno stato d’animo, allora il 69 indicato a maggio dall’indice di fiducia dei viaggiatori di Confturismo-Swg, recuperando 12 punti in un mese, è il segnale che il peggio è alle spalle e che gli italiani vogliono tornare a viaggiare. Il 41% degli intervistati, quasi 10 milioni e mezzo rapportato alla popolazione dei vacanzieri estivi abituali, ha già prenotato o sta finalizzando la prenotazione in queste ore, mentre scende di 4 punti , dal 25% al 21%, la quota degli scettici che non pensano di partire. Grande protagonista di questa nuova ventata di ottimismo è il mare, che viene scelto da 6 viaggiatori su 10. Agli stessi livelli di un mese fa il rapporto tra Italia, 86% delle preferenze, ed estero, programmato dal restante 14%, ma su quest’ultimo versante la vera novità è la Grecia, che con un balzo in avanti di 4 punti supera Francia e Spagna. Stabile invece il panorama delle destinazioni di casa nostra, con Puglia, Sicilia e Toscana sempre ai primi posti.
Il problema continua però a chiamarsi concentrazione dei flussi, nello spazio e nel tempo. Il 46% degli italiani intervistati sceglie agosto per la vacanza principale, che diventa 64% se si aggiunge l’ultima quindicina di luglio, 4 punti in più di quanto risultava solo 15 giorni fa. Un ridottissimo 9% sceglie giugno, 7 punti in meno rispetto alla rilevazione precedente, mentre restano sostanzialmente stabili al 14% la prima quindicina di luglio e settembre.
Il presidente di Confturismo, Luca Patanè, commentando i dati dell’Osservatorio, ha sottolineato che “se la campagna vaccinale in corso è per molti un freno alle partenze di giugno, e settembre sconta impegni lavorativi, di studio e le incertezze meteo, bisogna incentivare ancora di più quelli che possono programmare una vacanza in questi mesi”. “Perché non usare strumenti come il tax credit vacanze – ha detto Patanè – questa volta puntando non sul livello di reddito ma sul periodo scelto? Ne beneficerebbe tutta l’economia, che spalmerebbe i costi di gestione delle attività su un periodo più lungo, a vantaggio dell’occupazione e dei prezzi da praticare. In pratica, se abbiamo pochi stranieri, premiamo gli italiani che prenotano questi periodi di vacanza.”