Il Covid spinge tre milioni di italiani a trascorrere le vacanze estive 2021 in parchi, oasi naturalistiche e riserve, considerati tra i luoghi ideali per passare le ferie nella natura e in piena sicurezza rispetto ai rischi di assembramenti legati alla pandemia. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti divulgata in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente che si festeggia il 5 giugno ed è dedicata quest’anno al ripristino degli ecosistemi.
La pandemia e le misure di restrizione e di limitazione degli spostamenti hanno portato con sé la voglia di stare nel verde unita a una nuova sensibilità ambientale e le scelte per le ferie 2021 ne sono una evidente dimostrazione. Una possibilità favorita peraltro dal fatto in Italia ci sono circa mille parchi e aree naturali protette che coprono il 10% del territorio nazionale, secondo l’analisi Coldiretti. A trainare le vacanze green sono principalmente i 24mila agriturismi nazionali che, spesso situati in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e ampi spazi nel verde dove le distanze non si misurano in metri ma in ettari, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
Ma le vacanze nel verde rappresentano solo la punta dell’iceberg della svolta naturalistica degli italiani poiché con la pandemia è infatti svolta green per gli italiani con più di un abitante del Belpaese su quattro (27%) che adotta comportamenti o acquista più prodotti sostenibili o ecofriendly rispetto a prima secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ che evidenzia come ‘per il 59% della popolazione siano necessari interventi radicali e urgentissimi sullo stile di vita per tutelare l’ambiente.
Un impegno che inizia dalle scelte di consumo, con il boom degli acquisti dal contadino, in crescita del 26% nel 2020 secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. La spesa media nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica è così passata nel 2020 da 27 euro a 34 euro, arrivando a rappresentare oltre un terzo del totale alimentare tra coloro che frequentano i farmers market. A spingere gli acquisti dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, di qualità e a km zero che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti. Una scelta dall’alto valore ambientale poiché fare la spesa a chilometri zero in filiere corte con l’acquisto di prodotti locali taglia del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali.
Un risultato reso possibile dal fatto che l’Italia è l’unico Paese al mondo che può contare su una unica rete organizzata che mette a disposizione delle famiglie circa 1200 mercati contadini a livello nazionale sia all’aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall’olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori.
Ma c’è anche chi non si accontenta di acquistare dal contadino e si impegna addirittura in prima persona dedicandosi alla coltivazione fai da te di frutta e verdura in giardini, terrazzi, orti urbani e piccoli appezzamenti di terreno, utilizzando ogni spazio verde a disposizione per garantirsi cibo sano da offrire a se stessi e agli altri. Un fenomeno che con la pandemia – conclude la Coldiretti – coinvolge oltre 4 italiani su 10 (44%).