MONZA – Un nuovo appuntamento con il teatro. Oggi e domani (sempre alle 20), al Binario 7 va in scena “Il preferito” con Daniele Crasti e Dario Sansalone, drammaturgia e regia di Dario Merlini.
Due fratelli. Un odio antico. Irrazionale. Uno l’opposto dell’altro e allo stesso tempo uno lo specchio dell’altro. Si combattono, si invidiano, si feriscono a vicenda da tutta una vita, rubandosi a turno quanto hanno di più caro. Saranno costretti ad allearsi per salvare la cosa più importante: il buon nome della Famiglia, non importa a prezzo di quali menzogne e quali crimini. Perché è solo sulla Famiglia che puoi contare per sopravvivere in un mondo cinico e corrotto. Faranno i conti con il loro passato e si strapperanno le reciproche maschere nell’ultimo, disperato tentativo di conquistarsi l’amore di una donna e il favore di un padre anziano, agonizzante in un letto d’ospedale e carico di segreti vergognosi. Come il Paese in cui vivono.
Con “Il Preferito” – spiega il regista – ho cercato di raccontare, più che una storia familiare, il presente del nostro Paese. L’Italia, pur mai direttamente nominata nel testo, è per me molto simile a quel padre gentile ma corrotto, ormai in fin di vita eppure incapace di andarsene e di lasciar crescere i propri figli. L’Italia del Preferito è l’Italia che vedo intorno a me: l’Italia clientelare e segreta, l’Italia della crisi economica e della disoccupazione, della politica come immagine e prodotto mediatico. L’Italia della corruzione serpeggiante che soffoca sul nascere ogni tentativo di cambiamento, l’Italia vecchia, che continua a invecchiare e deteriorarsi, l’Italia di chi resta e soccombe e di chi è costretto ad andarsene per realizzarsi, l’Italia dei diritti civili arretrati e negati alle minoranze etniche e sessuali. L’Italia dove, ancora, il buon nome e le apparenze contano più dei fatti e dove l’unica istituzione che continua a funzionare è “La Famiglia”, nel bene e nel male. La Famiglia è l’unico appiglio per i giovani che non hanno più lavoro né risparmi, La Famiglia è a volte l’unico modo per raggiungere una posizione o per ottenere un posto di lavoro. La Famiglia impera sulla scena politica, La Famiglia, intesa anche solo come clan, è alla base dei casi di corruzione e delle organizzazioni criminali nostrane. La Famiglia è, allo stesso tempo, la nostra ancora di salvezza e l’ancora che ci trascina sul fondo del Mediterraneo, o che perlomeno ci impedisce di salpare. Non è una visiona positiva o ottimista, ma credo nel valore polemico del teatro e nella capacità di metterci di fronte ai limiti nostri e della nostra società, a guardarci in faccia impietosamente, forse anche con un pizzico di voluta cattiveria, come contraltare alla narrazione unica e edulcorata della televisione, che da noi è ancora la prima fonte di informazione, prima della rete”.
Il biglietto di ingresso, posto unico, costa 12 euro. E’ possibile anche l’acquisto online.