Dopo l’avvio anticipato della Sicilia, oggi le vendite di fine stagione estive hanno preso il via in altre 16 regioni italiane. A fare eccezione le province autonome di Trento e Bolzano, e Basilicata e Puglia, ultime regioni a partire, rispettivamente il 2 agosto ed il 24 luglio. Alto l’interesse dei consumatori: il 52% dichiara di voler approfittare dei saldi estivi per fare uno o più acquisti, mentre il 27% deciderà in base alle occasioni. Prevista una spesa media di 285 euro a famiglia, pari a 124 a persona.
È quanto emerge dal consueto sondaggio sulle vendite di fine stagione estive condotto da SWG per Fismo, l’associazione delle imprese del commercio moda aderenti a Confesercenti, su un campione di consumatori residenti in Italia. Consumatori che mostrano un alto gradimento dell’evento: per il 48% i saldi sono un’occasione per i consumatori, mentre per il 19% è una bella tradizione da rispettare. Solo il 24% ritiene che ormai sia un metodo di vendita superato.
Budget e canale d’acquisto. Il budget medio nasconde, però, una forte polarizzazione. Un italiano su tre si terrà sotto i 100 euro, mentre il 20% spenderà più di 200 euro. Rimane protagonista dei saldi, però, la rete del retail fisico: il 46% segnala di voler acquistare presso negozi brandizzati o una grande catena, il 39% presso un negozio indipendente e il 29% in un outlet, mentre solo il 27% dichiara di voler acquistare un prodotto anche su internet.
Cosa si compra. Gli italiani cercheranno soprattutto calzature, acquisto indicato dal 63% del campione, seguito da maglie e magliette (40%) e – a grande distanza – da camicie e camicette (19%). Seguono l’intimo (segnalato dal 18% dei rispondenti), costumi da bagno e accessori mare (17%) e borse, cinture, portafogli e piccola pelletteria (10%).
“Il sondaggio conferma il valore che i saldi hanno per le famiglie italiane, in particolare dopo un anno difficile come quello appena trascorso – commenta Fabio Tinti, Presidente nazionale di Fismo Confesercenti -. Proprio per questo, però, dovremmo aprire una riflessione sulle date di avvio, che in teoria dovrebbero essere collocate alla fine della stagione, e che quest’anno partiranno in gran parte di Italia una settimana dopo l’inizio dell’estate. Un avvio degli sconti troppo ravvicinato, che rischia di pesare sui bilanci delle imprese, stremate dopo un anno di crisi. Bene hanno fatto Puglia e Basilicata a scegliere una data più vicina alla fine reale della stagione”.