SEVESO – Il Bosco delle Querce è sicuro, dalle vasche della diossina non deriva alcun pericolo né per la popolazione né per l’ambiente. E’ stato ripetuto più volte oggi pomeriggio in Regione Lombardia nel corso dell’audizione in Commissione VI Ambiente e Clima, richiesta dal consigliere Gigi Ponti (Partito Democratico) per fare piena luce sulla situazione alla luce delle dichiarazioni del sindaco di Seveso, Luca Allievi, che ha ricondotto le sue dimissioni proprio alla gestione delle vasche della diossina.
Il primo a dare rassicurazioni è stato Alessandro Fede Pellone, presidente di Ersaf: “Abbiamo aderito a questo incontro – ha dichiarato – e abbiamo apprezzato che l’audizione sia stata fatta subito per sgomberare qualsiasi dubbio e preoccupazione. A oggi non esiste alcun tipo di problematica ambientale. Se è il caso ci sarà da migliorare gli aspetti delle vasche, ma certo non c’è il problema di spargimento di sostanze nocive”.
Concetto ribadito da Massimo Ornaghi, direttore generale della stessa Ersaf: “Abbiamo da anni in gestione il Bosco delle Querce, non abbiamo rilevato nessun aspetto particolarmente critico”.
Il più critico, però, è stato Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente: “Il sindaco di Seveso si è dimesso per tutt’altre ragioni, nulla hanno a che fare con pericolo delle vasche. Queste certamente hanno bisogno di interventi che il Comune avrebbe dovuto fare in 18 anni, che non ha fatto soprattutto durante il periodo dell’amministrazione Allievi, dal 2018 al 2020. E’ un atteggiamento che genera un allarme pericoloso. Un atto grave, anche dal punto di vista etico, a fronte di un pericolo inesistente”.
Cattaneo, nella sua lunga relazione ha insistito in particolare su due aspetti. Uno è quello delle responsabilità: “Sono in capo al Comune di Seveso dal 2003, anno in cui è stata firmata la prima convenzione, rinnovata poi di volta in volta definendo in modo preciso contenuti e compiti. Alla Regione Lombardia, in sostanza, veniva chiesto di stanziare fondi, cosa che ha sempre fatto, mentre al Comune di Seveso spettava il compito del monitoraggio, ma anche della manutenzione ordinaria e straordinaria”. E poi il tema del presunto pericolo: “Dalle analisi risulta che non c’è nessuno pericolo né per l’acqua di falda, né per il percolato. Con una doverosa spiegazione: il percolato è quello contenuto nella vasca, non è mai fuoriuscito dai teli impermeabili che erano stati posti sul fondo della vasca. E’ presente in misura maggiore rispetto alle attese, probabilmente a causa di infiltrazioni meteoriche dall’alto, ma è sempre stato contenuto lì. Insomma nessun rischio”.
Poi si è tolto qualche sassolino dalle scarpe: “Allievi dice che il Comune ha scritto alla Regione senza avere risposte? Beh, siamo stati noi nel 2020 a chiedere conto dell’attività che veniva svolta dal Comune, a sollecitare risposte. Poi il Comune a dicembre, dopo 18 anni di gestione, ci ha detto che non era più in grado di garantire l’attività. Lo sapete com’è andata a finire? Due mesi dopo che abbiamo deciso a farci carico del problema, il Comune ha iniziato a chiederci quegli stessi dati che noi volevamo da Seveso. Il bello è che Allievi ci domandava materiale che era pubblicato sul sito del Bosco delle Querce, gestito proprio dal Comune e raggiungibile proprio dalla homepage del sito del Comune di Seveso. Noi in Regione, ovvero io e i tecnici, abbiamo avuto la pazienza di cliccare e di leggere. Poteva farlo anche lui”.
Al di là dei doverosi chiarimenti tecnici, però, l’assessore regionale sembra intenzionato a chiedere alla Procura di valutare se si possono ravvisare gli estremi del reato di procurato allarme. Per lui, insomma, sembra ancora troppo presto per mettere la parola fine a questa vicenda.