Le decisioni del governo sull’estensione del Green Pass contenute nel Dl Covidhanno lasciato parecchie perplessità soprattutto tra i ristoratori e i proprietari di bar, E il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani, ha sottolineato che “il 40% degli esercizi a livello nazionale non ha aree esterne e 18 milioni di persone non sono ancora vaccinate. Sono 18 milioni di clienti che certe attività rischiano di perdere, così si riduce la domanda e si rischia di perdere una potenziale fetta di clientela che vale 18 milioni di persone”.
”Sono misure che creano un impatto economico, un impatto organizzativo e assegnano responsabilità individuali collettive alla categoria e che ritengo inefficaci” evidenzia il numero uno di Fipe, secondo il quale il provvedimento varato ieri dal governo “colpisce la ristorazione e i settori che sono usciti in ginocchio dalla pandemia”.
“Se l’obiettivo è stimolare gli over 60 a vaccinarsi – ha precisato ancora Stoppani- si tratta di una categoria che va in minima parte al ristorante”. “Il problema si pone inoltre per la fascia d’età 14-19 anni che ancora non ha il green pass – sottolinea Stoppani – per cui i genitori entreranno nei locali e i figli no”. Per non parlare degli italiani che hanno fatto il vaccino in Paesi come il Regno Unito, per i quali l’Italia non ha ancora riconosciuto il green pass.
”Mi spiace avere sempre una posizione critica, sembra vittimismo – ha ribadito Stoppani – comprendiamo le decisioni ma speravamo passasse la linea della Conferenza delle Regioni che proponeva l’uso del Green Pass in un’ottica positiva che consentisse la riapertura in sicurezza delle attività, anche delle discoteche, che sono ferme da 18 mesi. Se proprio era necessario introdurre un vincolo doveva essere introdotto in senso generale”.
Quindi osserva: ”C’è un problema di vaccinazioni in questo Paese? Perfetto, l’obbligo andava esteso a tutti i luoghi di lavoro, ai pubblici servizi, anche ai trasporti pubblici e al Parlamento per dare l’esempio. Andava esteso erga omnes. Questa nuova limitazione pur mitigata nelle indicazioni fa rientrare dalla finestra le restrizioni uscite dalla porta con il passaggio in zona bianca”. Quanto ai controlli del green pass, secondo Stoppani l’impatto organizzativo sarà ingente. ”Porterà via tempo e creerà problemi sui temi della privacy e dell’identità della persona – ha concluso – e avremmo preferito che il green pass funzionasse come la patente, che controllassero le forze dell’ordine: se ti trovano senza patente sanzionano e colpiscono il trasgressore, non il pubblico esercizio”.
La Fipe ha poi ribadito che “i gestori dei bar e dei ristoranti non sono pubblici ufficiali e come tali non possono assumersi responsabilità che spettano ad altri. È impensabile che, con l’attività frenetica che caratterizza questi locali, titolari e dipendenti possano mettersi a chiedere alle persone di esibire il loro green pass e ancor meno a fare i controlli incrociati con i rispettivi documenti di identità. Così facendo c’è il rischio di rendere inefficace la norma. Bisogna semplificare, prevedendo un’autocertificazione che sollevi i titolari dei locali da ogni responsabilità. Chi dichiarerà il falso lo farà a suo rischio e pericolo. I controlli devono rimanere in capo alle forze dell’ordine e noi ci batteremo in fase di conversione in legge del decreto affinché questo avvenga”.