WASHINGTON – La dove non è arrivata l’Organizzazione mondiale della sanità con i suoi ispettori, è arrivata l’intelligence statunitense: la Cia, come rivelato dalla televisione statunitense Cnn, è ora in possesso di una enorme quantità di dati sul laboratorio cinese di Wuhan. Da quelli si spera di poter risalire all’origine del virus e, possibilmente, in base a questa informazione ricavare nuovi elementi utile per contrastarne la diffusione.
Ha davvero dell’incredibile questa notizia, dopo mesi di polemiche con la Cina, considerata per nulla desiderosa di collaborare con la comunità scientifica internazionale e, peggio ancora, accusata di depistaggio.
Nulla si sa, naturalmente, su come la Cia possa essere entrata in possesso dei dati del laboratorio. Secondo la Cnn si tratta di un intervento informatico con obiettivo i server che custodiscono i dati genetici. Hacker, insomma, che pare abbiano consentito di entrare in possesso di quei 22 mila campioni di virus che venivano analizzati nel laboratorio.
Nelle prossime settimane, con questa enorme mole di dati messa a disposizione degli esperti, forse saranno proprio gli Stati Uniti a dirci qualcosa in più su quanto è accaduto a Wuhan e sul perché oggi ci ritroviamo ancora a convivere con le restrizioni per combattere qualcosa che conosciamo ancora poco.