“E’ una misura non basata sull’evidenza scientifica e non prudente. Il periodo è troppo lungo. Il tampone è una misura puntuale di negatività. Quindi prolungare eccessivamente questo periodo di tempo espone a rischio”. Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma, nonché consulente del ministro della Salute, boccia la possibilità di prolungare la validità del tampone a 72 ore.
“Si associa il fatto che di per sé il tampone dà una serie di falsi negativi al fatto che, aumentando la finestra temporale, cresce la possibilità di infettarsi. Quindi è meglio essere prudenti – aggiunge Ricciardi -. Bisogna mantenersi nell’ambito delle evidenze scientifiche. Abbiamo capito bene che tutte le volte che si ci è discostati dalle evidenze scientifiche si è andati incontro a problemi. Tutti i Paesi che non hanno preso decisioni basate su dati scientifici hanno compromesso sia la salute che l’economia. Dunque è bene attenersi a quello che sappiamo”.
Prima di lui, nei giorni scorsi, sul tema si era già espresso Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Anche lui aveva detto no al prolungamento della validità a 72 ore, sostenendo che è pericoloso e che non ha alcuna validità scientifica. Lui, addirittura, toglierebbe il tampone dalla casistica del Green Pass: “Non sappiamo fare 10-12 milioni di tamponi a settimana – aveva spiegato -. Il sistema rischia di andare in crisi, il Green pass va rivisto perché così è fatto male”.