Il caos trasporti legato alle proteste contro Green pass mette a rischio il record dell’export agroalimentare Made in Italy, stimato a quota 50 miliardi nel 2021 con un aumento del 12,1% rispetto all’anno precedente. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di un’analisi sui nuovi dati Istat del commercio estero relativi ai primi otto mesi dell’anno in occasione della rivolta degli autotrasportatori e dei portuali contro il certificato verde.
Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – rischia di aggravare il gap logistico dell’Italia e di frenare la forte ripresa in atto sui mercati esteri dopo la pandemia Covid. Su questo scenario pesa infatti la carenza di infrastrutture per il trasporto merci che grava sul nostro Paese per oltre 13 miliardi di euro. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 €/km, più alto di nazioni come la Francia (1.08 €/km) e la Germania (1.04 €/ km), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 €/km, in Romania 0.64 €/km; in Lituania 0,65 €/km, in Polonia 0.70 €/km secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.
Tra i principali clienti del Made in Italy a tavola ci sono gli Stati Uniti che si collocano al secondo posto con un incremento del 16,6%. Positivo l’andamento anche in Germania che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di italian food con un incremento del 7,8%, superiore alla Francia (+7,4%) che si colloca al terzo posto mentre al quarto è la Gran Bretagna dove con la Brexit c’è un calo dell’1,3%. Fra gli altri mercati – conclude la Coldiretti – si segnala la crescita del 16,9% in quello russo e del 18% su quello cinese con +48,4%.