Torna il pesce alla vigilia nel 71% delle case italiane dove si fanno largo i menu low cost con prodotto 100% italiano, spinti dalla crisi economica legata alla pandemia ma anche dalla voglia di sostenere l’economia nazionale in un momento difficile per il Paese. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione del 24 dicembre, quando sulle tavole si rispetta l’usanza di “mangiare di magro” con pietanze a base di prodotto ittici. Non a caso solo una minoranza del 23% di cittadini preparerà menu di sola carne, mentre un 5% si indirizzerà verso piatti a base di verdure.
Proprio durante le festività di Natale si registrano del resto in Italia le punte massime del consumo di pesce – sottolinea la Coldiretti – che è pari ad oltre 28 chilogrammi a testa durante l’anno, superiore alla media europea di 25 chili e a quella mondiale di 20 chili. Una tendenza sostenuta nel 2021 da un incremento del 27% degli acquisti di prodotti ittici freschi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.
Non sempre però è facile avere la certezza di portare in tavola pesce italiano, in una situazione in cui la grande maggioranza dei pesci in vendita provengono dall’estero. E’ per questo che Coldiretti Impresapesca ha elaborato un vademecum con consigli per fare le giuste scelte di acquisto e la proposta di due menu low cost e interamente tricolori per quattro persone. Il primo, a base di pesce pescato sulle nostre coste, vede come antipasto alici marinate e lumache di mare (6 euro) e sauté di cozze e vongole (5 euro). Per primo, spaghetti o tagliatelle con polpa di granchio fresco (10 euro), mentre il piatto forte è rappresentato dalla zuppa o brodetto di pesce (9 euro) fatto di triglie, calamari, moli, tracine, seppie, canocchie e gallinelle. Ma è possibile anche portare in tavola un menu italiano al cento per cento scegliendo il pesce proveniente dagli allevamenti di acquacoltura: come antipasto anguilla marinata (7 euro) e carpaccio di trota (3 euro), per primo pennette con sugo di trota salmonata (8 euro) e per secondo orata o spigola al forno con pomodorini e patate (12 euro). Entrambi i menu – sottolinea Coldiretti – prevedono una spesa complessiva di 30 euro.
Andando a fare la spesa occorre però guardare sempre l’etichetta sul bancone dove deve essere specificato il metodo di produzione (“pescato”, “pescato in acque dolci”, “allevato…”), il tipo di attrezzo oggetto della cattura e la zona di cattura o di produzione (Mar Adriatico, Mar Ionio, Sardegna, anche attraverso un disegno o una mappa).
Per garantirsi la qualità il pesce fresco – ricorda la Coldiretti – deve avere inoltre una carne dalla consistenza soda ed elastica, le branchie di colore rosso o rosato e umide e gli occhi non secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine, meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre – continua la Coldiretti – per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.
Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.
“Comprare pesce italiano significa aiutare un settore che offre 28mila posti di lavoro” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel lanciare un appello a preferire per le feste i prodotti locali.
Il settore della pesca e acquacoltura vede impegnate – conclude Impresapesca Coldiretti – circa 12mila imbarcazioni mentre la top-ten delle produzioni è guidata dalle alici, seguite da vongole, sardine, naselli, gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada, gallinelle e sugarelli.