Almeno 60 incendi di rifiuti negli ultimi 10 anni, di cui una quarantina nell’ultimo quadriennio. È il bilancio (parziale) del problema dello smaltimento illegale nel Milanese e in Brianza, molte volte in collegamento con le mafie e in deciso aumento a partire dal 2018; solo nell’ultimo anno 2021 sono stati almeno 17 gli eventi segnalati, tra roghi e scoperte di discariche illegali. Brianza SiCura – associazione di volontariato per l’educazione alla legalità e il contrasto alla criminalità organizzata nelle nostra provincia – ha effettuato una ricognizione sul caso e lancia l’allarme: non bisogna abbassare la guardia perché, dopo un temporaneo calo nel 2020 anche per effetto dell’allarme sociale suscitato dai roghi di capannoni intorno a Milano, si sta ora registrando un ritorno alla pratica degli incendi dolosi, estremamente dannosa per l’ambiente e per la salute.
I dati, ripresi dal Rapporto della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e integrati con altre notizie desunte dalla stampa locale, non si riferiscono soltanto a roghi dolosi o a eventi avvenuti in impianti abusivi (anche se questa è la realtà maggioritaria, soprattutto nei tempi più recenti), né sono relativi alla sola provincia di Monza e Brianza (che comunque totalizza da sola oltre 25 casi); sono però sufficienti a descrivere una situazione indubbiamente grave: i fumi e l’aria inquinata infatti non osservano i confini comunali e tutti gli eventi enumerati ci riguardano da vicino. Non per nulla Regione Lombardia ha istituito una sua Commissione d’inchiesta sul sistema di gestione dei rifiuti in Lombardia.
Lo smaltimento è di per sé un’attività che comporta forti rischi ambientali, che però diventano danni effettivi anche a causa di pratiche illecite condotte soprattutto dalla criminalità organizzata. La situazione si è acuita negli ultimi anni pure a causa di fattori esterni, come la minore possibilità di esportare i rifiuti all’estero (per esempio in Cina) e la diminuita disponibilità di discariche convenzionali. I sistemi di trattamento si sono perciò trovati in forte sovraccarico, con conseguente aumento dei costi per le aziende, e le pratiche illegali – dall’accumulo di rifiuti in cave abbandonate e poi ricoperte di terra, allo stoccaggio in aree dismesse e successiva eliminazione tramite incendi – hanno trovato nuovo slancio. Il territorio brianzolo è poi particolarmente delicato, a causa della forte urbanizzazione e delle numerose attività industriali presenti.
Dopo una crescita esponenziale dei roghi nel 2018, sia in impianti di smaltimento legali sia in discariche abusive, nel 2020 l’effetto Covid (che ha ridotto l’attività industriale), i notevoli sforzi di agenzie pubbliche come l’Arpa e l’azione dei corpi di polizia hanno ridotto il numero di incendi. Ma con la ripresa dell’economia il numero di eventi nel 2021 è di nuovo cresciuto fortemente. “Il problema non è risolto – commentano da Brianza Sicura – e occorre riprendere l’impegno di indagine e repressione, accompagnate da un efficientamento dell’intero sistema di gestione dei rifiuti”.