Natura in tilt con le temperature che hanno superato i 18 gradi come a primavera facendo fiorire prati e alberi fuori stagione con l’arrivo dell’anticiclone che stazionerà in Italia per almeno 10 giorni. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’anticipo di primavera con la colonnina di mercurio che ha raggiunto dai 18 gradi di Milano ai 13 di Roma, dai 16 di Torino ai 15 di Bologna mentre al sud si arriva ai 14 gradi di Palermo e Bari. Una anomalia che segue un 2021 bollente che si è classificato al decimo posto dei più caldo dal 1800 facendo segnare una temperatura superiore di ben 0,71 gradi rispetto alla media storica, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr nell’anno solare.
Le coltivazioni sono in tilt e si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa con produzioni a rischio con il ritorno del maltempo previsto a San Valentino. Da nord a sud – sottolinea la Coldiretti – sono già fiorite le mimose con due mesi di anticipo ma anche i mandorli e le primule nei prati più esposti al sole. L’andamento climatico ha infatti l’effetto di ingannare le coltivazioni favorendo un “risveglio” anticipato che le rende poi particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto. Il brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero provocherà inevitabile una moria di gemme con i raccolti compromessi
A preoccupare è anche la prolungata mancanza di precipitazioni che in certe aree del nord dura da quasi 2 mesi con siccità nelle campagne e nei boschi dove si moltiplicano gli incendi. Il fiume Po è in secca come d’estate ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 18% di quello di Como al 22% del Maggiore. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3 metri, più basso che a Ferragosto. A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -58%.
Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, siccità e alluvioni ed il rapido passaggio dal freddo al caldo che ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne