Più di 1 italiano su 2 (55%) adotta a casa soluzioni per salvare il cibo e recuperare quello che resta a tavola con una svolta green spinta dall’emergenza Covid, dalle ricette della nonna per il riuso degli avanzi alla lista della spesa “su misura”, dalla verifica della scadenza dei prodotti prima di metterli nel carrello alla preparazione di conserve casalinghe. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ in occasione della Giornata nazionale di prevenzione contro gli sprechi alimentari con la cucina degli avanzi delle tradizioni contadine delle diverse regioni protagonista negli agriturismi e nei mercati di Campagna Amica in tutta Italia a partire da quello del Circo Massimo in via San Teodoro 74 a Roma.
In media nella spazzatura del Belpaese – spiega Coldiretti – finiscono quasi 31 chili all’anno di prodotti alimentari, circa il 15% in più rispetto allo scorso anno per un totale di oltre 1,8 miliardi di chili a livello nazionale, con gli italiani che sono più virtuosi di russi, spagnoli, inglesi, tedeschi, canadesi e cinesi, secondo il report di Waste Watcher International. Ogni anno nel mondo viene sprecato quasi un miliardo di tonnellate di alimenti, pari al 17% di tutto quelli prodotti. Buttare il cibo non è solo un problema etico ma determina anche effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti.
Da quando è scoppiata la pandemia i comportamenti degli italiani sono cambiati su più fronti, da quello lavorativo a quello domestico, proprio a partire dalla tavola – sostiene la Coldiretti – con la gente che ha recuperato di riti come il cucinare che diventa oltre che necessità quotidiana anche un momento di aggregazione familiare. Il risultato è che quasi due italiani su 3 (64%) si sono improvvisati chef tra le mura domestiche per sperimentare vecchie e nuove ricette, mentre nel 31% delle case – spiega l’indagine Coldiretti/Ixè – si fanno passate di pomodoro, conserve e marmellate.
A contribuire al tagli degli sprechi alimentati è anche il ritorno con l’emergenza pandemia della gavetta portata al lavoro per più di 1 italiano su 2 (57%), magari recuperando gli avanzi della sera prima, secondo il primo Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid. Con l’esigenza di ridurre al minimo i contatti per paura dei contagi si consolida infatti la tendenza a portare il pranzo da casa per consumarlo sul posto di lavoro a distanza di sicurezza dai colleghi.
Il nuovo legame degli italiani con i fornelli ha portato a un più efficiente utilizzo del cibo che si traduce in una maggiore attenzione agli sprechi. Sulle tavole degli italiani – continua la Coldiretti – sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta.
Per contrastare il fenomeno dello spreco 9 italiani su 10 (89%) ritengono che potenziare l’educazione alimentare, a partire dalla scuola sia la misura più utile mentre l’83% chiede di migliorare le indicazioni sulle etichette. Nonostante ciò il problema resta però rilevante se si considera nell’ultimo anno – continua Coldiretti – è finito nella spazzatura delle famiglie italiane un valore di quasi 7,4 miliardi di euro, secondo il report di Waste Watcher International.
“Lo spreco alimentare è problema drammatico dal punto di vista etico oltre che economico contro il quale Coldiretti è impegnata da anni in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori attraverso il progetto dei mercati di Campagna Amica per il contenimento degli sprechi con la più grande rete delle fattorie e dei mercati a chilometri zero che riduce le distanze ed i tempi di trasporto e garantisce maggiore freschezza e tempi più lunghi di conservazione degli alimenti” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare che “con il progetto di educazione alimentare di Campagna Amica ogni anno incontriamo circa mezzo milione di bambini, a cui insegniamo il valore del cibo”.