In un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento di benzina e gasolio ha un effetto valanga sulla spesa di consumatori e sui costi delle imprese. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al record dei prezzi registrato dai nuovi dati settimanali del Mite che vedono la benzina raggiungere la media di 1,835 euro/litro, il gasolio 1,708 euro/litro, il top dal 2012.
A subire gli effetti dei rincari – sottolinea la Coldiretti – è l’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione. Su questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.
In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est come la Lettonia, la Romania o la Polonia secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.
Il caro carburanti – conclude la Coldiretti – riduce quindi la competitività delle imprese Made in Italy sul mercato interno e sulle esportazioni con pesanti effetti sulle opportunità di ripresa del sistema produttivo nazionale