Il governo ha messo il primo mattone per la riforma delle concessioni balneari con lo stop alle proroghe delle concessioni demaniali turistiche che dal 2024 dovranno essere assegnate con gare che “promuovano la concorrenza e la fruibilità delle coste e tengano conto degli investimenti previsti”. Il Consiglio dei ministri ha approvato un emendamento al Ddl concorrenza che proroga a fine 2023 le concessioni in essere e un disegno di legge delega che dovrà regolare le procedure concorsuali. Trovano così applicazione la direttiva Bolkenstein del 2006 e la sentenza del Consiglio di Stato del 20 ottobre. Procedure che dovranno assicurare “parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità” e che dovranno essere avviate “con bando di gara almeno dodici mesi prima della scadenza delle concessioni in essere. Il governo ha poi fissato una serie di paletti e di criteri cui le gare dovranno adeguarsi con tutele per i lavoratori, le piccole imprese e per i gestori che traggono dalle concessioni il reddito delle propria famiglia.
I criteri di selezione dovranno anche dare un peso alla “esperienza tecnica e professionale già acquisita comunque in modo tale da non precludere l’accesso al settore di nuovi operatori”. Novità anche per quanto riguarda i canoni demaniali che dovranno tenere conto del pregio naturale e dell’effettiva redditività delle aree oltre ad essere in parte utilizzati per interventi a difesa delle coste e delle aree libere. I concessionari dovranno poi assicurare ai propri clienti un adeguato rapporto tra tariffe proposte e qualità del servizio e saranno tenuti a garantire l’accessibilità e la fruibilità del demanio, anche da parte dei soggetti con disabilità. Le nuove concessioni avranno una durata non superiore a quanto strettamente necessario per garantire l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati “con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici”.
Le associazioni dei balneari di Confcommercio e Confesercenti hanno commentato l’esito del Consiglio dei Minsitri sul tema delle concessioni balneari. In una nota congiunta, il presidente del Sib, Antonio Capacchione e il presidente della Fiba, Maurizio Rostignoli, hanno osservato che “l’emendamento approvato in Consiglio dei ministri sulle concessioni balneari ha accolto alcune nostre richieste come la tutela del valore delle aziende in sede di gara, la professionalità, la salvaguardia delle piccole e medie imprese, la tutela per coloro che hanno gestito direttamente la concessione negli ultimi cinque anni o l’eliminazione del canone quale elemento di valutazione. E si potrebbe continuare. È altresì importante precisare che non si tratta di una norma già in vigore ma solo di una proposta che il governo farà in Parlamento. Certamente un lavoro impegnativo da parte dei ministri coinvolti in questo percorso complesso, ma ribadiamo con fermezza che non siamo soddisfatti: si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare”.
“Auspichiamo – proseguono Rustignoli e Capacchione – che tutte le forze politiche che, da tempo con responsabilità, sono vicine alla categoria degli imprenditori balneari possano lavorare in sinergia con le Regioni e le Associazioni di categoria affinché il provvedimento trovi la stabilità conclusiva necessaria per garantire, innanzitutto, gli investimenti futuri e la salvaguardia delle imprese del settore. Per il sistema turistico balneare il lavoro, a nostro avviso, comincia adesso: da parte nostra, siamo pronti ad offrire tutta la disponibilità ed il contributo indispensabili nel confronto con regioni e parlamento”.
“Inizieremo perciò da subito – concludono i presidenti – un confronto con le forze politiche affinché la misura sia integrata e rafforzata, per trovare quel giusto punto di equilibrio che non è assolutamente l’interesse della categoria dei balneari ma che, a nostro avviso, rappresenta innanzitutto l’interesse del sistema turistico e balneare italiano nel complesso ed, ancora di più, l’interesse pubblico, un principio cardine quando si coinvolge il demanio marittimo”.