ASTI – Nella mattinata di sabato, i Carabinieri del Comando Provinciale di Asti hanno eseguito, in Piemonte, Lombardia, sei arresti in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura di Asti nei confronti di soggetti ritenuti attivi nel riciclaggio di preziosi provento di furto in abitazioni del Nord Italia.
L’indagine, avviata nello scorso mese di settembre dai militari del Nucleo Investigativo, ha permesso di individuare i presunti vertici della filiera del riciclaggio all’estero di oro di provenienza illecita e di contestare l’associazione per delinquere nei confronti di questo gruppo di persone, in prevalenza soggetti di appartenenti alla comunità sinti e dimoranti nelle Province di Asti, Torino e Pavia, ritenute attive nella raccolta dai ricettatori di pietre preziose e gioielli che, una volta fusi in proprio in Italia allo scopo di trasformarli in lingotti più facilmente occultabili, venivano trasferiti illecitamente in Svizzera in accordo con due indagati residenti in territorio elvetico, i quali si adoperavano per la rivendita del metallo prezioso presso fonderie site in quello Stato estero.
Nell’ambito dei canali di cooperazione internazionale promossi dallo SCIP (Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia), nel corso dell’indagine sono stati effettuati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo servizi di osservazione transfrontaliera in Svizzera, unitamente a personale della Polizia Cantonale del Ticino, a seguito dei quali l’A.G. elvetica ha avviato un procedimento penale connesso ai fatti contestati in Italia. Contemporaneamente alle catture sul territorio nazionale, la Polizia elvetica ha operato dei provvedimenti a cui hanno partecipato anche i militari del Comando Provinciale di Asti. L’autorità giudiziaria italiana sta procedendo nell’iter di internazionalizzazione dei provvedimenti di cattura mediante l’emissione di mandato di arresto europeo nei loro confronti.
Nel corso dei cinque mesi di attività investigativa è stato possibile documentare un gran numero di trasporti in Svizzera di oro di provenienza illecita, le consegne di metallo prezioso, uno o due viaggi a settimana, ammontano ad un peso complessivo di circa 100 chili, corrispondente ad un valore di circa cinque milioni di euro.
Sulla base di quanto emerso dalle indagini, si è potuta delineare la notevole estensione della rete di fornitori della presunta associazione che, provvedendo a fondere direttamente la refurtiva, non solo ne rendeva più facile il trasporto all’estero, ma contribuiva a determinare l’impossibilità di riconoscere i gioielli ostacolando fortemente le indagini.
Nel corso delle perquisizioni, avvenute nelle Province di Asti, Torino, Alessandria, Piacenza e Pavia, sono stati recuperati oltre 37 chili di oro tra monete, gioielli e lingotti derivati dalla fusione di refurtiva, pietre preziose, quasi un milione di euro in contanti e quindici pistole anche di grosso calibro con relativo munizionamento.