SEREGNO – L’intenzione è quello di riqualificare tutto il complesso edilizio delle case comunali di via Hugo, in evidente stato di degrado malgrado sia di recente costruzione. L’amministrazione comunale, però, nel frattempo deve continuare a sborsare soldi per cercare di garantire la vivibilità degli ambienti. Nei giorni scorsi infatti, si è reso necessario intervenire per riqualificare la centrale termica. Anche lì, da quanto si scopre, componenti ammalorati. Con la conseguenza ormai ben nota a tutti: disagi, gli ennesimi, per i residenti.
I rischi di salubrità nei 18 appartamenti sono già stati evidenziati a più riprese. Con questi, anche lo spreco di denaro pubblico è finito alla ribalta nazionale, visto che i residenti negli anni si sono rivolti anche alla popolare trasmissione televisiva “Le Iene” pur di far sentire la loro voce e cercare di ottenere una situazione più dignitosa. Quando sono andati lì a vivere, pensavano di avere coronato il sogno della loro vita: case al Consonno, quartiere residenziale e in bella posizione, di recente costruzione, progettate addirittura dall’archistar Stefano Boeri. Si sono accorti presto che dal sogno si sono ritrovati a vivere un calvario.
Nel dicembre 2020, in mezzo agli scambi di accuse reciproci con la minoranza, l’assessore Giuseppe Borgonovo (che ha la delega ai Lavori pubblici) aveva annunciato la necessità di spendere 1,7 milioni di euro. Si era sbagliato: tant’è che a pochi mesi di distanza la Giunta comunale ha previsto lo stanziamento di 2,3 milioni.
In attesa di intervenire, tuttavia, bisogna sommare le spese della quotidianità, fatta di imprevisti, di interventi tampone e di guasti. Per la sola caldaia si spenderanno poco meno di 30 mila euro. Bisogna continuare a mettere mano al portafoglio e a incrociare le dita.
Gli scongiuri servono anche per uno dei lavori propedeutici individuati dai tecnici del Comune prima di effettuare la riqualificazione: si tratta delle indagini diagnostiche per accertare le caratteristiche di resistenza dei materiali che costituiscono la struttura e lo stato di conservazione dello stabile.
Soltanto in seguito a questo lavoro, infatti, sarà possibile provvedere alla redazione del progetto definitivo ed esecutivo. Già queste indagini costeranno 76mila euro. Se il responso non sarà dei migliori, ed è lecito aspettarsi che con tutte le infiltrazioni e le muffe di questi anni i materiali non siano in condizioni perfette, il conto complessivo potrebbe aumentare ulteriormente.
L’amministrazione comunale pensa positivo: all’inizio del mese di gennaio è già stato affidato l’incarico a un’azienda specializzata in traslochi per liberare gli appartamenti. Anche in quel caso sono soldoni: 80mila euro. Destinati a raddoppiare, perché al termine dei lavori di riqualificazione gli inquilini dovranno tornare nelle loro case. Si procederà un passo per volta. Già il primo è tutt’altro che scontato: sarà difficile convincere le famiglie ad accettare alloggi, sebbene temporanei, in quartieri degradati.