MONZA – L’Asst Monza è stata una delle prime Aziende sociosanitarie lombarde ad aprire servizi dedicati ai complessi disturbi alimentari, puntando ad una forte diversificazione della specializzazione delle risposte ai bisogni clinici dei pazienti, sia nel campo dell’età infantile e adolescenziale sia di quella adulta, aumentando costantemente – nell’ambito del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze – la crescita delle risposte con operatori qualificati, anche in stretta collaborazione con Fondazioni private dedicate, che hanno contribuito economicamente ai progetti, sempre con il coinvolgimento delle associazioni di familiari.
Per quanto riguarda l’area dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Asst Monza è dotata di un Servizio per i Disturbi dell’alimentazione all’interno della Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza che si pone, fin dalla sua apertura nel 2006, come un servizio sovra-territoriale con un volume di circa 90-100 nuovi pazienti/anno. Il trattamento, in linea con le linee guida nazionali ed internazionali, è di tipo multidisciplinare integrato. L’équipe è costituita da medici NPI, psicologi psicoterapeuti, infermieri e dietisti e lavora in stretta collaborazione con altri specialisti ospedalieri (in particolare pediatri endocrinologi e ginecologi).
Il Centro è attualmente costituito da:
– un Day Hospital ad “alta intensità” terapeutica e assistenziale che garantisce pasti assistiti, attività riabilitative e colloqui di sostegno sia per i minori sia per le loro famiglie con un volume di accessi di circa 3000/anno;
– un Ambulatorio specialistico per quadri clinici non gravi o come Servizio “cerniera” di transizione dal Day Hospital prima delle dimissioni;
– possibilità di ricovero in degenza ordinaria per periodi medio-brevi di pazienti che presentino grave compromissione dello stato fisico e/o delle condizioni psichiche presso il Reparto di NPIA.
Per quanto riguarda l’età adulta, invece, dal 1999 – anno di apertura di un ambulatorio specialistico con équipe multidisciplinare per il trattamento dei DCA nell’ambito della Struttura Complessa di Psichiatria – si è passati, nel 2014, alla riorganizzazione dello stesso in “Servizio per i Disturbi del Comportamento Alimentare e della Nutrizione” con attività diagnostico-clinico-riabilitative integrate. L’ultima acquisizione – ottobre 2015 – è stata la realtà del Centro Diurno (CD “La casa di Bianca”), in stretta collaborazione con la Fondazione “Maria Bianca Corno”, che ha permesso di offrire un servizio articolato su più livelli di complessità di cura. Questi Servizi si rivolgono a soggetti adulti affetti da anoressia nervosa, bulimia nervosa, BED (Binge Eating Disorders o Disturbi da Alimentazione Incontrollata), obesità psicogena e altri disturbi aspecifici del comportamento alimentare svolgendo anche funzioni di filtro e di cerniera per i successivi livelli terapeutici residenziali in relazione a quanto emerso durante l’iter diagnostico. L’équipe è formata da medici specialisti in psichiatria, endocrinologi/nutrizionisti clinici, dietisti e psicologi psicoterapeuti.
L’ambulatorio e il Centro Diurno preparano rispettivamente, dunque, un percorso di cura finalizzato alle esigenze di chi è affetto da DCA con livelli di gravità maggiore che necessitano di interventi di rieducazione alimentare intensiva e ristrutturazione del controllo della quantità/qualità del cibo assunta anche in alternativa alla permanenza prolungata in strutture di ambito residenziale o ospedaliero. Oltre a ciò trovano spazio interventi psico-educativi e psicoterapici strutturati, individuali o di gruppo, volti a aumentare la consapevolezza corporea, a correggere pensieri e comportamenti disfunzionali, a incoraggiare l’espressione creativa e a sostenere la motivazione alla cura.
“I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) – spiegano il professor Massimo Clerici, direttore della Struttura di Psichiatria e la prof.ssa Renata Nacinovich, direttore della Struttura di Neuropsichiatria infantile – sono disturbi mentali, comuni nella popolazione generale e di sempre maggior riscontro nella pratica clinica ospedaliera e territoriale, che affliggono, in larga parte, ragazze adolescenti o giovani adulte: il disturbo può interessare anche i maschi e soggetti di età diverse (in particolare nelle fasce 14-18 anni e 30-40 anni). Dai dati epidemiologici a disposizione risulta come in Italia – su 100 ragazze adolescenti – almeno 10 soffrano di qualche disturbo collegato all’alimentazione, più o meno specifico; nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di situazioni cliniche sotto-soglia o atipiche, ma in una minoranza significativa si tratta purtroppo di quadri clinici di DCA ben definiti e particolarmente gravi (che possono portare fino alla morte per le complicanze cliniche legate alla malnutrizione) quali Anoressia Nervosa (intorno all’1%), Bulimia Nervosa (poco sopra il 2%) e le più diverse forme di BED (intorno al 2%).
Le richieste di aiuto e di intervento sono aumentate almeno del 30% negli ultimi anni, anche in correlazione con la pandemia da Covid-19, con quadri caratterizzati da età di esordio minore, maggior gravità dei sintomi alimentari e maggiore associazione di altri sintomi psichici e disturbi mentali. In età evolutiva si possono osservare inoltre quadri specifici come l’Arfid (Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo) che colpisce nel 30% dei casi maschi con esordio nell’infanzia o nella prima adolescenza”.