SEREGNO – Una lunga polemica politica, una accesa battaglia legale. Ora è tutto risolto: sborsando un po’ di quattrini in più A2A si assicura la possibilità di portare a termine l’ormai nota operazione di aggregazione industriale con il gruppo seregnese Aeb. Con un comunicato, infatti, A2A rivela di aver raggiunto un accordo transattivo con “Idrotech” di Corno Irwin Maria, “Eco Term”, “Cst – Centro Servizi Termici” di Calzolari Maurizio, “De.Ca.Bo. – Depositi Carboni Bovisa”. In seguito a questo accordo le società si impegnano a rinunciare al contenzioso contro l’operazione industriale, senza null’altro pretendere a qualsiasi titolo relativamente a questa annosa vicenda.
L’epilogo dell’operazione con questa soluzione era ormai nell’aria. Nei giorni scorsi anche il consigliere Marco Fumagalli (Movimento 5 Stelle) si era pronunciato riguardo a una transazione, chiedendo di evitare questa possibilità. Lui, convinto oppositore del matrimonio tra il colosso A2A e il gruppo Aeb, aveva chiesto a gran voce di non risolvere con i soldoni tutte quelle mancanze che la giustizia amministrativa aveva evidenziato con più pronunciamenti. Da parte del consigliere pentastellato una presa di posizione non solo per amore della giustizia, ma anche la volontà di evitare l’aggregazione nell’intento di conservare ancora la piena autonomia del gruppo Aeb, quello che lui continuava a considerare l’ultima azienda municipalizzata del territorio brianzolo.
“Il romantico isolamento non è più possibile”, diceva il sindaco Alberto Rossi nel mese di novembre 2019, quando Aeb e A2A, con una lettera d’intenti, avevano rivelato pubblicamente di avere dato il via al “fidanzamento”. Per il matrimonio industriale serviva il parere dei genitori del gruppo Aeb, ovvero il benestare dei Comuni soci. Arrivato in piena pandemia, nell’aprile 2020, con il Comune di Seregno che, in virtù del suo 54 per cento di quote azionarie, poteva decidere da solo di convocare l’assemblea dei soci e di dare il via libera all’operazione.
Tutto bello e tutto facile? Tutt’altro: proprio alcune aziende si erano opposte all’aggregazione dei due gruppi industriali, sollevando un problema giuridico non da poco. Ovvero quello di un loro interesse e di una possibilità che era stata negata senza la gara a evidenza pubblica. Avevano vinto la dura battaglia legale, trovando il supporto del Tar Lombardia e poi del Consiglio di Stato. Da allora, però, tutta la situazione era in una fase di stallo. L’accordo raggiunto in questi giorni permette di risolvere il problema senza districarsi tra mille cavilli.
Resta da capire ora se il via libera è definitivo e totale o se resta un ultimo inghippo da superare. Anche Tiziano Mariani (consigliere comunale leader della lista civica “Noi x Seregno”) aveva vinto il ricorso sostenendo che non aveva potuto esercitare in piena coscienza il suo ruolo poiché gli era stata negata la “due diligence” che delineava le strategie aziendali. La questione è dibattuta a livello legale: per qualcuno è una situazione ancora da sanare, per altri è già stato tutto risolto nel momento in cui il documento gli è stato effettivamente consegnato.
Bocche cucite da parte dell’amministrazione comunale. Il sindaco Alberto Rossi, così accade ormai da diversi mesi, evita di occuparsi e di pronunciarsi su tutto ciò che riguarda Aeb. Se restano pochi dubbi sull’esito favorevole dell’operazione industriale, alla luce di questo accordo tra A2A e le altre aziende, rimane invece ancora un grosso punto interrogativo: il sindaco, l’assessore Giuseppe Borgonovo, il segretario comunale Alfredo Ricciardi, Loredana Bracchitta (presidente di Aeb), tutti indagati dalla scorsa estate per corruzione e per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, hanno responsabilità penali? L’aggregazione si farebbe lo stesso. In caso di colpe personali, però, sarebbe macchiata in modo indelebile.