“Il caffè espresso italiano è simbolo dello stile di vita di un paese e di una comunità e come tale ha la credibilità e il prestigio necessari per concorrere a diventare patrimonio immateriale dell’Umanità”. Così Aldo Cursano, vice presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, nel giorno dell’ufficializzazione da parte del Ministero delle Politiche agricole e forestali della candidatura del rito quotidiano del caffè espresso italiano tradizionale a patrimonio dell’Unesco.
“Attorno al rito della tazzina da consumare al bancone o al tavolo è nato e cresciuto il bar italiano come lo conosciamo oggi. Con le ampie superfici pronti ad ospitare decine di persone per un espresso in piedi e tavolini studiati per condividere questa bevanda con un amico, magari per stringere un affare o sviluppare un’idea. Di questo modello il mondo si è innamorato e ha provato a copiarlo ma senza successo. Oggi questa candidatura vuole essere anche un’occasione di rilancio per un settore martoriato dalle misure restrittive che per oltre un anno e mezzo hanno messo a repentaglio la sopravvivenza di questa modalità di consumo. Ora che ci stiamo rialzando, seppur con fatica, la promozione del rito del caffè espresso a patrimonio dell’umanità rappresenta un’ulteriore iniezione di fiducia alla quale la Fipe-Confcommercio contribuirà con convinzione insieme al Consorzio e al Ministero. Anche perché, è bene ricordarlo sempre, questa è una bevanda democratica, che identifica il nostro stile di vita e come tale va promossa e valorizzata”.