Il Misery Index di Confcommercio registra a febbraio 2022un valore stimato di 16,5, in aumento di tre decimi di punto su gennaio. L’indicatore si conferma su livelli storicamente elevati e comincia a registrare segnali di ulteriore peggioramento. L’Ufficio Sudi Confcommercio sottolinea che “l’ampliamento dell’area del disagio sociale continua ad essere determinato esclusivamente dalla componente inflazionistica. Questa situazione è destinata a permanere anche nei prossimi mesi, in considerazione delle forti tensioni che ancora agitano i mercati delle materie prime”. “La decisa accelerazione registrata sul versante dei prezzi al consumo, che hanno raggiunto tassi di variazione che ci riportano indietro di trent’anni, produce effetti sulla crescita, rendendo sempre più concreto – prosegue l’Ufficio Studi- il rischio di un’inversione della tendenza al miglioramento del mercato del lavoro”.
A febbraio 2022 il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato all’8,5%, in diminuzione di un decimo di punto su gennaio. Il dato è sintesi di una moderata crescita degli occupati (+81mila unità su gennaio) e di una riduzione del numero di persone in cerca di lavoro (-30mila unità in termini congiunturali). A questa evoluzione si è associata anche una diminuzione degli inattivi (-79mila unità su gennaio), con un miglioramento del tasso di attività. Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state oltre 46 milioni, a cui si sommano oltre 17 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. Seppure in progressivo ridimensionamento, le richieste legate all’emergenza sanitaria continuano a rappresentare una quota importante delle domande (il 33,9% delle ore richieste a febbraio ha la causale Covid-19), soprattutto tra le imprese del turismo, del commercio e dei servizi di mercato. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a 214mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un tasso di disoccupazione esteso pari al 9,9%.
Anche a febbraio i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato un’accelerazione, con una crescita al 5,3% su base annua. Le prolungate e forti tensioni sui prezzi sono inevitabilmente destinate a riflettersi negativamente sui comportamenti d’acquisto delle famiglie.