CARATE BRIANZA – Un 2021 con i fiocchi per la Banca di Credito Cooperativo di Carate Brianza. L’assemblea, il 7 maggio, si ritroverà ad approvare un bilancio con dati importanti che, tirate le somme, danno un’idea molto chiara: la banca è solida, vivace, decisamente in salute, pronta ad affrontare tutte le sfide che il futuro riserverà. Esprime tutta la sua soddisfazione il presidente Annibale Colombo mentre stringe tra le mani il bilancio. Il 2021, in un colpo solo, ha cancellato le negatività (a 360 gradi) portate dall’anno Covid. “Il bilancio – spiega Colombo – si chiude con un utile netto da record di 13,8 milioni di euro, con un +44 per cento rispetto ai circa 9 milioni abbondanti del 2020. Tutti gli indicatori sono favorevoli. Tra questi non poss non evidenziare il cosiddetto “Cet 1″ che dà l’idea della solidità di una banca: noi siamo al 19,57 per cento, ben oltre il minimo richiesto dall’Organo di vigilanza e anche oltre il 16,27 per cento del 2020 che già era un bel risultato. Molto bene anche il margine di intermediazione, cresciuto del 19,79 per cento a fronte di una componente di servizi che ha registrato una crescita del 9,33 per cento”.
Ci sono anche altri numeri che la dicono lunga sul ruolo da protagonista recitato dalla Bcc di Carate Brianza nel 2021. Innanzitutto la raccolta globale, che è cresciuta del 12,52 per cento rispetto al 2020. L’aumento era forse da mettere nel conto, visto che si usciva da un periodo difficile, ma forse non tutti avrebbero mai immaginato che si potesse arrivare a 4,4 miliardi di euro. Un livello raggiunto alla raccolta diretta (2,5 miliardi) e a quella indiretta (1,8 miliardi). Soprattutto è dovuta all’exploit registrato dal risparmio gestito: un +23 per cento rispetto al 2020 per un importo complessivo superiore al miliardo di euro.
In evidenza anche i crediti verso la clientela (1,52 miliardi, ovvero il 6,76 per cento in più). Ridotti del 40 per cento, ovvero di ben 28 milioni, i crediti deteriorati. Molto positivi, infine, tutti gli indicatori relativi alla redditività (con aumenti percentuali da record) e all’efficienza.
“A me – commenta Colombo – piace però molto un altro aspetto, quello del supporto al territorio. Un’attività che per noi dev’essere sempre rilevante, essendo una banca di credito cooperativo. Se non pensassimo a questo aspetto, saremmo una banca come tante altre. Anche nel 2021 abbiamo elargito molti contributi. Tra il sostegno alla sanità nel periodo Covid, la solidarietà, l’attenzione per il sociale, la vicinanza alle attività culturali, l’esborso è stato di 1,1 milioni di euro con oltre 200 interventi a favore di realtà che operano nel territorio”.
Colombo, abituato guardare avanti per indirizzare la banca in acque sicure, in questi giorni ha dovuto rivedere un po’ tutto il suo passato e arrivare a una decisione importante: all’assemblea del 7 maggio non si ricandiderà. E’ un lungo capitolo di storia che si chiude: entrato in banca nel 1955, capace di farsi apprezzare dal punto di vista umano e professionale, era diventato direttore generale nel 1979, ruolo ricoperto fino al 1993. Sempre presente nel consiglio di amministrazione, Colombo era diventato vicepresidente nel 1998 e presidente interrottamente dal 2001.
“Sono arrivato a questa decisione dopo una lunga riflessione – spiega Colombo – e credo che sia giunto il momento di dare spazio ad altri. Mi faccio da parte con serenità, contento di quello che ho fatto e dei risultati raggiunti. E’ il momento giusto: il bilancio “certifica” che la banca è in salute. Sono certo che altri, partendo da questa base, potranno dare alla banca entusiasmo e vivacità”.