Il livello idrometrico del fiume Po è salito di 1,2 metri nel weekend per effetto del maltempo con precipitazioni diffuse dopo un lungo periodo di siccità. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti al Ponte della Becca dove il più grande fiume italiano è salito a -2,1 metri dopo aver raggiunto il livello minimo da decenni. Una situazione rappresentativa dello stato di sofferenza in cui si trovano molti corsi d’acqua lungo la Penisola.
La pioggia ha innalzato anche il livello dei grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno – sottolinea la Coldiretti – dal 29% di quello di Como al 37% del Maggiore, secondo il monitoraggio della Coldiretti. L’arrivo della pioggia è stato manna dal cielo nelle campagne dove sono state avviate le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia necessari all’alimentazione degli animali, ma a beneficiarne sono anche le coltivazioni di grano seminate in autunno, ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere.
La situazione resta purtroppo ancora molto preoccupante in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate con i cambiamenti climatici che – ne hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica, con l’emergenza siccità che – precisa la Coldiretti – continua ad interessare importanti aree del Paese a partire dalla Pianura Padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento.
Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile – insiste Coldiretti – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.