Tempeste di grandine si sono abbattute a macchia di leopardo trasformando le strade in fiumi di ghiaccio e provocando danni nelle campagne su vigneti e frutteti, ortaggi e verdure. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo con il traumatico passaggio da caldo e siccità al maltempo con i chicchi di ghiaccio che hanno devastato in particolare il nord Italia, dal Piemonte alla Lombardia fino al Veneto lasciando una scia di danni alle coltivazioni.
In Lombardia i chicchi di ghiaccio – precisa la Coldiretti – hanno mitragliato in particolare la zona a ovest di Milano, soprattutto i comuni di Parabiago, Corbetta, Magenta, Robecco sul Naviglio e in maniera più consistente quello di Arluno con danni alle colture e raccolti compromessi. In alcune zone è stato rovinato fino al 70% dell’orzo in maturazione, spezzate le prime foglie di mais ed è stato colpito il frumento in fase avanzata nella crescita e il riso con il nuovo raccolto 2022.
Segnalazioni di danni anche dalla Bergamasca dove vento e grandine hanno colpito mais e frumento nell’area tra Treviglio e Calcinate. In Veneto – continua Coldiretti – si registrano danni nel Bassanese, con grandinate che si sono spinte fino a Rosà colpendo tutte le colture: dai vigneti agli asparagi, dagli ortaggi ai cereali, fino ai ciliegi di Marostica, Colceresa e Pianezze. In Piemonte la grandine ha devastato in particolare la zona fra Novara e Vercelli con tetti scoperchiati e alberi abbattuti, nella fascia di Saluzzo nel Cuneese colpite le coltivazioni di mirtilli, mentre fra Torino e Ivrea coinvolti vigneti e cereali, dal mais al grano.
La grandine – sottolinea la Coldiretti – è l’evento più pericoloso nelle campagne per i danni irreversibili che in poche decine di minuti provoca nei campi poiché distrugge le colture già pronte alla raccolta in campo ma anche i frutti sulle piante che vengono feriti o addirittura strappati dagli alberi e buttati a terra dalla violenza della tempesta.
Siamo di fronte in Italia – evidenzia Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – conclude la Coldiretti – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.