Dopo la calma piatta di aprile (nessuna variazione in valore e calo dello 0,6% in volume rispetto al mese precedente), a maggio è migliore il bilancio delle vendite al dettaglio: le stime preliminari diffuse dall’Istat indicano infatti un aumento dell’1,9% in valore e dell’1,5% in volume su base congiunturale, mentre su base annua c’è una crescita del 7% in valore e del 2,7% in volume. Sono in progresso le vendite dei beni non alimentari (+2,4% in valore e +2% in volume su base mensile, +9,1% in valore e +6,8% in volume su base annua), mentre per quanto riguarda i non alimentari si registrano un aumento dell’1,4% in valore e dello 0,6% in volume sul mese precedente e un risultato più contrastato sullo stesso mese del 2021 (+4,5% in valore e -2,8% in volume.
Nel trimestre marzo-maggio 2022 le vendite crescono in valore (+1,1%) e calano leggermente in volume (-0,1%) rispetto ai tre mesi precedenti, con le vendite dei beni non alimentari in aumento (+1,4% in valore e +1,1% in volume) e quelle dei beni alimentari su in valore (+0,5%) e giù in volume (-1,6%).
Tra i beni non alimentari in crescita tendenziale tutti i gruppi di prodotti, soprattutto Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+15,6%) e Abbigliamento e pellicceria (+13,2%).
Rispetto a maggio 2021, il valore delle vendite al dettaglio cresce per tutte le forme di vendita: grande distribuzione (+6,2%), imprese operanti su piccole superfici (+7,3%), vendite al di fuori dei negozi (+5,3%) e commercio elettronico (+15,5%).
“Il miglioramento registrato a maggio (il dato più elevato da giugno 2021), dopo alcuni mesi non particolarmente brillanti – commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio – è un segnale di come la nostra economia riesca a trovare, anche in una situazione complicata, spunti di inaspettata vivacità che dovrebbero portare, come già indicato nella Congiuntura di giugno, ad una crescita del Pil dello 0,5% congiunturale nel secondo trimestre”.
“Nonostante la decisa accelerazione dell’inflazione – aggiunge l’Ufficio Studi -, le famiglie continuano a mostrare una forte propensione a recuperare i livelli di consumo precedenti la pandemia. Una tendenza che rischia di esaurirsi, in presenza di dinamiche inflazionistiche elevate come quelle attuali, già a fine estate con un impatto negativo sulla crescita nei mesi finali del 2022”.