VERONA – Nella giornata di martedì la Guardia di Finanza di Verona ha portato a termine un’importante operazione antidroga nei confronti di una cellula criminale composta da cittadini albanesi e tunisini, dedita al traffico di sostanze stupefacenti.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della città capoluogo hanno eseguito 5 ordinanze applicative di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone indagate per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Si tratta, in particolare, di quattro cittadini albanesi di età compresa tra i 31 e i 41 anni e di un 50enne tunisino, dimoranti nella provincia di Verona, ritenuti responsabili di aver smerciato ripetutamente eroina e marijuana a numerosi pusher della zona.
In particolare, 4 soggetti sono stati raggiunti dalle misure cautelari nei comuni di Verona, Cerea e Sona, mentre il quinto, inizialmente irreperibile e inserito nell’apposita banca dati dei soggetti da ricercare, con l’ausilio dalla Polizia di Frontiera di Villafranca di Verona, è stato individuato tra i passeggeri di un volo in arrivo all’aeroporto scaligero proveniente dall’Albania. Ad attenderlo allo scalo veronese ha trovato finanzieri e poliziotti che lo hanno arrestato.
I 5 sono stati associati alla Casa circondariale di Montorio Veronese a disposizione dell’autorità giudiziaria.
I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica, al termine di una serie di indagini svolte tra febbraio e settembre del 2021, nel corso delle quali le Fiamme Gialle scaligere hanno sequestrato, tra l’altro, oltre 3 chilogrammi di eroina, un chilogrammo circa di marijuana, oltre 35 chilogrammi di sostanza da taglio, nonché presse, stampi, setacci, frullatori e bilance, tutto materiale utilizzato per l’approntamento e il confezionamento della droga.
L’operazione, convenzionalmente denominata «BAVARIA 2021», ha fatto luce su una ben organizzata consorteria criminale di matrice extracomunitaria che si occupava del reperimento di droga che, attraverso l’allestimento di una vera e propria «raffineria», provvedeva poi a tagliare e a confezionare in vario modo in relazione alle richieste del mercato.
In tal senso è stato accertato che lo stupefacente smerciato risultava anche contenere 6-MAM (6- monoacetilmorfina), una sostanza derivata dalla morfina e del tutto simile all’eroina, ma con effetti più rapidi e pesanti poiché ottenuta con l’aggiunta di una quantità eccessiva di acido cloridrico, quindi ancora più pericolosa per la salute.
Le investigazioni, che avevano già condotto i finanzieri all’arresto in flagranza di reato di 4 persone, sono state rese più difficoltose per le estreme cautele utilizzate dai soggetti attenzionati nei loro comportamenti e movimenti.
Gli stessi, infatti, facevano uso di telefoni cosiddetti “citofono”, adoperati solo per lo scambio di messaggi di testo tra fornitore e cliente e impiegavano, per non dare nell’occhio, autovetture utilitarie, peraltro, intestate a prestanomi.