In Emilia Romagna, dove nei primi giorni di agosto la campagna del pomodoro da industria è arrivata al 20% della raccolta, è possibile osservare la presenza di qualche difetto, ad esempio quello di una riduzione dei calibri. Lo sottolinea Massimo Passanti, produttore e presidente della Federazione nazionale di prodotto di Confagricoltura. «Il primo effetto dello stress termico e, in genere, della mancanza di acqua, è quello di una riduzione del calibro del prodotto. Altri difetti, sempre legati al calore eccessivo dell’ultimo periodo, potrebbero essere la comparsa di “bruciature” sul pomodoro e la presenza di marciume apicale nella pianta».
Sempre a causa della siccità e delle temperature estive elevate, come ha sottolineato il presidente della Federazione nazionale pomodoro da industria, la campagna di raccolta in Emilia Romagna è iniziata il 22 luglio, in anticipo rispetto alla tempistica abituale. «L’anticipo non è infrequente, ma si è registrata subito – sottolinea Passanti – un’accelerazione del momento di maturazione a causa del calore intenso che ha finito per ingolfare la partenza della raccolta. In Lombardia e in Toscana si sta registrando lo stesso andamento, mentre nel Sud-Italia la campagna di raccolta è in fase di avvio, oppure non è ancora iniziata».
“È presto tuttavia per fare previsioni sul raccolto finale e ipotizzare un calo importante delle rese – sostiene Passanti –. Non possiamo sapere come si evolverà la stagione di raccolta che dovrebbe terminare in settembre». Per fare un bilancio finale occorrerà valutare, inoltre, anche l’impatto legato all’impennata dei costi di produzione che, tra concimi, energia e irrigazione, hanno quest’anno quasi del tutto vanificato l’aumento del prezzo del 18% ottenuto in base all’accordo tra produttori e industria”.
Anche il presidente dei produttori di pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia-Romagna, Giovanni Lambertini, conferma l’anticipo della data di inizio della campagna di raccolta: “Il prodotto sta maturando molto velocemente e siamo tutti concentrati al massimo sulla raccolta. Nel Piacentino – precisa – i volumi sono al momento abbastanza in linea con i volumi che le Op hanno stabilito”.
L’OI Pomodoro da industria Nord Italia segnala intanto che quest’anno nelle regioni del Nord Italia a pomodoro da industria risultano coltivati complessivamente 37.024 ettari. Un quantitativo che è in calo del 4% rispetto allo scorso anno, soprattutto nelle province dell’Emilia occidentale, ma resta superiore alla superficie media coltivata nell’ultimo quinquennio.
Le superfici di pomodoro a coltivazione biologica raggiungono l’11% delle superfici totali, incrementando il trend degli ultimi anni. Nel bacino del Nord Italia guida la classifica sempre Piacenza, con 9.890 ettari a pomodoro, segue Ferrara con 6.609 ettari, Parma con 4mila, Mantova con 3.537, Alessandria con 2.594, Cremona con 1.788, Verona con 1.112, Reggio con 1.042 e Modena con 905. Sul biologico è invece Ferrara la prima provincia, con 2.484 ettari. In seconda e terza battuta rispettivamente Ravenna con 636 ettari e Parma con 246.