SEREGNO – Dare alle famiglie qualcosa da mangiare è davvero importante, ma non è tutto. All’emporio solidale, struttura che sarà inaugurata ufficialmente il 23 settembre dall’arcivescovo Mosignor Mario Delpini, si fa qualcosa in più: si educano le persone che si trovano in condizioni economiche disagiato a utilizzare le loro risorse in modo adeguato al momento dell’acquisto. È la nuova iniziativa della Casa della Carità di via Alfieri, progetto che mira a sostenere la persona in tutti i suoi bisogni, ma allo stesso tempo vuole anche facilitarne il reinserimento nella società.
E’ un “esercito del bene” quello schierato nella struttura. In tutto 150 volontari, carichi di sensibilità, entusiasmo, arricchiti da momenti di formazione personale. Sono il braccio operativo della comunità pastorale, che ha fortemente creduto in questo grande progetto di solidarietà, riunendo nello stesso posto tutte le realtà del territorio che seguono le persone nei vari bisogni. Alle spalle della Casa della Carità anche attori silenziosi ma davvero importanti: l’amministrazione comunale, partner quotidiano per la gestione dei singoli casi, ma anche la Fondazione “Guido Venosta” che non ha mai fatto mancare un importante sostegno economico che ha permesso di dare vita a questo progetto, così come la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza. In più tanti piccoli sostenitori privati.
“Sembra di avere davanti la ‘Settimane Enigmistica – commenta Monsignor Bruno Molinari – quel gioco in cui bisogna unire puntini per vedere il risultato finale. Ecco, qui in via Alfieri di puntini ne abbiamo già uniti tanti. Siamo a quindici. Ne mancano però ancora tanti e non abbiamo intenzione di fermarci qui. Da parte mia un enorme ringraziamento a tutte le persone che si stanno impegnando a vario titolo. Poco per volta cerchiamo di arrivare ovunque”.
Servono persone, ma sono necessari anche soldi: per l’emporio solidale, al momento, si è arrivati a spendere 180mila euro nonostante la stima iniziale prevedesse una spesa dimezzata. “Anche la carità – commenta Luigi Losa, tra i principali promotori del progetto – subisce il rialzo dei prezzi e i ritardi dei lavori. Siamo però arrivati ad aggiungere questo tassello: in via iniziale stimiamo che l’emporio solidale servirà 50 nuclei familiari, ma arriveremo poi anche a 200. Al momento va avanti in parallelo anche la consegna dei pacchi mensili a 130 famiglie, queste progressivamente si sposteranno verso l’emporio. E poi a tutt’oggi abbiamo anche una cinquantina di profughi ucraini”.
Il funzionamento dell’emporio è molto semplice. E’ destinato a persone selezionate dal Centro di Ascolto Caritas o dai Servizi sociali. Riceveranno una tessera a punti della durata di 3-6 mesi. La quantità di punti è commisurata alla situazione economica e familiare. Questi sono poi “spendibili” all’emporio per portare a casa i prodotti necessari: tra alimenti e altro materiale. In tutto a oggi 80 articoli diversi. Nell’emporio saranno sempre presenti i volontari per accogliere i beneficiari e seguirli nell’acquisto, educarli all’utilizzo delle risorse. Qui sembra un gioco, con la tessera a punti e i prodotti gratis. Fuori dalla porta, però, c’è la vita reale. La grande sfida da vincere è il pieno ritorno alla normalità da parte delle persone seguite.
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Novembre 19, 2024