Anche il franchising, che dopo la pandemia aveva recuperato vigore e fatto registrare un giro d’affari di 28,8 miliardi (l’1,6% del Pil), si trova ora a fare i conti con la “tempesta perfetta” data dall’aumento dell’inflazione, delle bollette e delle materie prime.
Assofranchising, marchio storico della rappresentanza del franchising italiano aderente a Confcommercio–Imprese per l’Italia, sta lavorando a un pacchetto di interventi in soccorso del settore, in particolare dei suoi franchisor. “Insieme a Confcommercio stiamo parlando dell’inserimento di un tetto agli adeguamenti Istat degli affitti. Il comparto è composto anche da piccoli imprenditori che si trovano di fronte a una sfida senza precedenti”, afferma il segretario generale, Alberto Cogliati.
L’Associazione chiede infine di “valutare la possibilità di chiusura selettiva anticipata per i negozi presenti nei centri commerciali, in base alle esigenze di ogni singola linea di business e ovviamente in accordo con la proprietà, senza che questo implichi il non adempimento del contratto. Auspichiamo che il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, ma anche la politica, prenda in considerazione questa richiesta per dare respiro alla filiera, che diversamente si vedrà costretta ad applicare prezzi più alti con ulteriore aggravio per i consumatori finali che saranno i primi a farne le spese”, conclude Cogliati.