La fase critica del ciclo economico emerge anche nella lettura degli ultimi dati del mercato del lavoro. A fronte di una pressione senza precedenti dei costi energetici le imprese, si indebolisce la spinta del mercato del lavoro che ha visto gli occupati nell’ultimo anno salire di 406mila unità, con un recupero di 1 milione e 48mila unità dal picco negativo di giugno 2020, nel pieno della dalla pandemia. Ad agosto 2022, rispetto al mese precedente, diminuiscono di occupati (-0,3%, pari a 74mila in meno), con un calo di 0,2 punti del tassi di occupazione.
Un segnale positivo deriva dall’aumento del lavoro autonomo, ma si conferma che gli effetti della pandemia tutti a carico del lavoro indipendente.
Un segnale di tenuta emerge confrontando il trimestre giugno-agosto 2022 con quello precedente (marzo-maggio 2022), che registra un aumento del numero di occupati di 85mila unità, pari allo 0,4%.
Sale la difficoltà di reperimento – Sul mercato del lavoro tra pandemia, ripresa, crisi energetica e le conseguenze della guerra in Ucraina, si manifestano alcune criticità, tra cui la principale è rappresentata dalla difficoltà di reperimento di personale specializzato, come emerge dall’esame dell’ultimo bollettino Unioncamere-Anpal. A settembre 2022 è previsto l’ingresso nelle imprese di 159mila operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, quasi un terzo (30,3%) delle assunzioni totali. Per la prima volta, a settembre 2022 la difficoltà di reperimento supera la metà delle assunzioni, arrivando al 52,2%, in salita di 2,4 punti rispetto al 49,8% di agosto e di 7,6 punti rispetto al 44,6% di un anno prima. Le situazioni più critiche si registrano per gli operai specializzati e i conduttori di impianti per attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (60,1%), moda (59,4%) e legno e carta (57,4%). Un conduttore di mezzi di trasporto su due (50,3%) è difficile da reperire. Il 32,8% delle assunzioni è difficile reperimento per mancanza di candidati e il 15,4% per la preparazione inadeguata dei candidati.
Nell’ipotesi di proiettare le tendenze rilevate a settembre sulla domanda di lavoro tra settembre e novembre 2022, si stima che nel trimestre in esame 222mila le assunzioni di operai specializzati risultano difficili da reperire.
La difficoltà di reperimento per il totale delle assunzioni è del 43,3%. In chiave territoriale, tra le maggiori regioni – con almeno 20mila assunzioni previste – la quota è superiore alla media in Emilia-Romagna con 48,7%, Veneto con 48,5%, Toscana con 48,4%, Piemonte con 46,9%, Tra le altre regioni si registrano i valori più elevati in Friuli-Venezia Giulia con 52,3%, Valle d’Aosta con 51,7% e Trentino-Alto Adige con 49,7%, seguita da Marche con 48,7%, Umbria con 48,4% e Sardegna con 47,7%.
Giovani under 30 e apprendistato – Nel primo semestre 2022 oltre un terzo (36,5%) delle assunzioni di settore privato prevedono un ingresso di un giovane fino a 29 anni (1 milione e 558mila). La fase di recupero del mercato del lavoro post-Covid-19 ha registrano un migliore dinamismo degli occupati under 30, che nella media annua al secondo trimestre 2022 sono saliti del 2,4% rispetto al 2019, a fronte di un calo dell’1,1% degli occupati senior con almeno 30 anni ed una flessione dell’occupazione totale pari allo 0,7%.
Sull’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro influisce positivamente il contratto di apprendistato. Le assunzioni attivate nel primo semestre 2022 sono 4 milioni e 269mila, con un aumento del +26,3% rispetto allo stesso periodo del 2021 mentre quelle in apprendistato sono 181mila, pari al 4,8% del totale, con un aumento del 26,7%.
In salta anche le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo – pari a 61mila – e che aumentano dell’10,7% rispetto all’anno precedente.
In chiave territoriale, tra le maggiori regioni con quota sulle assunzioni superiore all’1%, le sei con la crescita più marcata dell’apprendistato mostrano anche un dinamismo superiore rispetto al totale delle assunzioni cioè Toscana (+36,3% assunzioni in apprendistato vs. +32,5% assunzioni totali), Piemonte (+32,9 vs. +26,5%), Lombardia (+34,5% vs. +31,3%), Lazio (+31,8% vs. +18,9%), Liguria (+30,4% vs. +26,8%); si segnala inoltre che la quota di assunzioni in apprendistato sul totale è pari in Piemonte al 6,4% ed in Toscana al 5,3%, rispettivamente la seconda e la quinta quota più alta tra le regioni.