Sta diventando sempre più insostenibile la carenza di medicinali nelle farmacie. Per questo le sigle della distribuzione intermedia farmaceutica chiedono al nuovo Governo l’avvio di “un confronto urgente, costruttivo e realmente efficace con tutti gli attori del sistema”.
Adf-Confcommercio e Federfarma Servizi sottolineano che “si stanno abbattendo sull’intero settore farmaceutico gli effetti combinati della crisi pandemica e di quella economica che provocano conseguenze a cascata nella filiera, con ritardi nelle consegne dei medicinali ai magazzini dei distributori intermedi che si ripercuotono infine sulle farmacie e sui cittadini con forti rallentamenti nelle consegne”. Ordini che prima arrivavano in cinque giorni ai siti logistici dei distributori, attualmente restano inevasi fino a tre o quattro settimane.
Dopo aver evidenziato che “l’attività dei distributori intermedi full-line è centrale nel sistema sanitario nazionale e regionale e rappresenta un asset importante delle risorse imprenditoriali ed occupazionali del Paese”, i presidenti Walter Farris (Adf) e Antonello Mirone (Federfarma Servizi) ricordano di aver “più volte lanciato l’allarme chiedendo misure per sostenere il settore, comprese le imprese della distribuzione intermedia, anello centrale della filiera, già gravate da una insufficiente marginalità, impostaci dalla normativa con un taglio incongruo che ha reso la remunerazione insufficiente a coprire i costi del servizio per distribuire i farmaci SSN. Senza interventi urgenti di natura congiunturale, ma soprattutto strutturale e di sistema, c’è il serio rischio di penalizzare un servizio d’eccellenza, finora sempre assicurato anche durante la prima pandemia. Continueremo a monitorare il problema carenti, anche attraverso un apposito sondaggio tra le aziende associate, e intanto chiediamo la massima attenzione alle istituzioni affinché vogliano considerare prioritari i temi del farmaceutico e della distribuzione intermedia nella definizione degli obiettivi programmatici del nuovo Governo”.