SEREGNO – “All’unanimità come Giunta comunale abbiamo preso una decisione che avrà risvolti importanti: abbiamo deciso di arrivare a una transazione extragiudiziale per chiudere il complesso contenzioso del Cru 16, quello relativo a piazza Risorgimento”. Un annuncio dato quasi in tono solenne, quello del sindaco Alberto Rossi, che per la prima volta ha voluto rivolgersi direttamente in video ai suoi concittadini con tutta la squadra di assessori schierata al suo fianco.
Si tratta in effetti di una decisione su un tema importante, che ha diviso la città e ha fatto discutere per anni e che, ancora oggi, non mancheranno le polemiche. La questione del pagamento non è nuova: già nel novembre 2021 tutte le forze che compongono l’attuale maggioranza che governa la città, avevano voluto diffondere un comunicato per rendere nota pubblicamente la sentenza del della Corte d’Appello, che obbliga il Comune di Seregno a versare 1,9 milioni all’impresa che si era aggiudicata l’appalto per la realizzazione di piazza Risorgimento. Dopo la risoluzione del contratto e dopo la battaglia giudiziaria, insomma, era arrivato il conto. E il centrosinistra non aveva esitato a dichiarare che il pasticcio era dovuto a una scelta politica del centrodestra, che non aveva voluto dare seguito ai lavori di realizzazione del municipio.
Ora il sindaco Rossi rincara la dose spiegando la situazione ai cittadini: “In Giunta abbiamo preso una decisione di cui non siamo contenti: corrisponderemo all’impresa 1,7 milioni di euro per chiudere una vicenda avviata nel 2004 e che dal 2011 è materia di tribunali. Con la sentenza della Corte d’Appello, più interessi e spese legali, avremmo dovuto sborsare 3,5 milioni. Mettiamo la parola fine a questo calvario. In tutto abbiamo speso 20 milioni di euro: non abbiamo il municipio, c’è un auditorium chiuso e inagibile, realizzato in maniera approssimativa”.
Chi ha seguito le polemiche in questi anni, però, non può dimenticare l’avvertimento di Ilaria Anna Cerqua, capogruppo di Forza Italia e avvocato: “Se volete pagare, vi avviso che siamo di fronte a un danno erariale. La giurisprudenza in questo senso parla chiaro: visto che abbiamo un’altra causa in corso con la stessa impresa, avendo chiesto danni per 3,3 milioni di euro, c’è l’obbligo di agire per compensazione. L’impresa è in liquidazione coatta amministrativa: se il sindaco ora pensa di pagare e poi di chiedere i soldi, non riuscirà mai a raggiungere l’obiettivo. Rischia di essere chiamato a risponderne personalmente”.
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