Riducono le emissioni, proteggono il suolo, migliorano la qualità dell’aria e la vivibilità dei luoghi. La Giornata nazionale degli alberi, che si celebra oggi, riporta l’attenzione sul tema del verde e dei boschi, all’indomani di una COP 27 di Sharm el-Sheikh dedicata ai cambiamenti climatici.
Nella lotta al surriscaldamento globale, gli alberi svolgono un ruolo fondamentale, avvalorato da studi scientifici che dimostrano come senza il contributo delle foreste sarà impossibile contenere il riscaldamento globale a 1,5 °C, l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.
In Italia – ricorda Confagricoltura – la superficie boschiva supera 11 milioni di ettari e raggiunge il 36,7% del territorio nazionale, con una crescita del 3,7% rispetto all’ultimo rilevamento del 2005.
Dal 1990 ad oggi, tuttavia, circa 1,5 milioni di ettari sono stati persi dall’agricoltura a beneficio di una superficie forestale non gestita, il che significa aumento del pericolo di incendi, riduzione della fruibilità del territorio, perdita di valore paesaggistico e aumento dei rischi idrogeologici. I dati riportano che nel 2021 l’Italia è stato il Paese europeo più colpito dagli incendi boschivi.
La Giornata nazionale degli alberi spinge quindi a una riflessione ampia, che non si limita alla valorizzazione del verde attraverso nuove piantagioni, bensì pone l’evidenza di una gestione oculata di questo patrimonio.
“Dobbiamo lavorare sul riordino fondiario, sull’aggregazione, sulla pianificazione forestale che oggi coinvolge solo il 15% delle superfici e sulla formazione degli operatori che lavorano nel bosco. – afferma il presidente della Federazione nazionale Risorse Boschive di Confagricoltura, Enrico Allasia – Noi ci siamo attivati con altri partner, quali Alberitalia, Sisef, lo stesso ministero dell’Agricoltura, per cercare di portare avanti questo concetto di valorizzazione del bosco non solo in termini di prodotto, ma anche di servizi ecosistemici”.
“Una superficie forestale gestita e non lasciata a sé stessa – aggiunge Allasia – significa legno nelle zone vocate, ma anche turismo ed economia di base per prodotti come funghi e tartufi. Non meno importante è la filiera medicale per le foreste: le persone che hanno bisogno di una riabilitazione psicologica o motoria possono usufruire di questi spazi e questa è un’altra opportunità che i boschi offrono agli imprenditori che vogliono cimentarsi in questo campo”.