BOVISIO MASCIAGO – Il vino per lui non ha proprio segreti: Alberto Merico, varedese negli anni dell’infanzia e residente da qualche anno a Bovisio Masciago, è da annoverare a pieno titolo tra i sommelier di altissimo livello che tengono alto il nome dell’Italia anche in questo settore. Da 13 anni è il sommelier responsabile degli eventi di Davittorio 3 stelle Michelin di Brusaporto (Bergamo).
Proprio l’umiltà e la preparazione hanno permesso a Merico di diventare ciò che è ora. La passione per il settore del food and beverage l’aveva fin dall’infanzia. “Finite le scuole medie – racconta – ho scelto l’indirizzo alberghiero pensando che quello del cuoco fosse il lavoro giusto per me. Mi sono pertanto iscritto all’istituto alberghiero “Carlo Porta” di Milano. Il percorso di studi “sperimentale” prevedeva cucina, sala-bar e segreteria. In terza la decisione di continuare con la specializzazione sala, il cuoco non era più il lavoro che faceva per me. La svolta è avvenuta in quinta superiore. Spinto da una figura emblematica della sommellerie mondiale, Giuseppe Vaccarini (campione del mondo nel 1978), sono stato incoraggiato a frequentare dei corsi per diventare sommelier. L’attestato sono riuscito a ottenerlo poco prima di partire per il servizio militare”.
Dopo la leva, Merico si è messo alla prova: due anni come sommelier a Londra, poi un anno a Parigi al “Four Seasons George V”. Hotel lussuoso e rinomato, che ha una caratteristica unica: al suo interno ha tre ristoranti, tutti stellati. Da qui il volo verso una carriera importante.
“Queste esperienze maturate fuori dal nostro stupendo Paese – racconta il sommelier brianzolo – hanno scatenato in me la voglia di viaggiare per toccare con mano le piccole e grandi realtà vitivinicole del mondo. Da lì non ho più smesso”.
Professionista di altissimo livello, Merico è tutt’altro che egoista: ama trasmettere il suo sapere e la sua passione ai più giovani. E’ il direttore di Aspi (Associazione sommellerie professionale italiana), l’unica realtà italiana del vino riconosciuta a livello internazionale. “Forma appassionati – spiega – e tutti coloro che vedono nel sommelier una carriera professionale molto stimolante. Concilio questa attività molto impegnativa con grande entusiasmo, che mi permette allo stesso tempo di essere sommelier di Davittorio. La formazione è fondamentale in tutti i lavori, soprattutto in questo che cambia molto rapidamente. Grazie a queste due attività che svolgo e che sono complementari, vengono individuati quali sono i trend che poi saranno applicati alla formazione di Aspi. Mi sento arrivato? No, so che ho ancora molto da imparare e perfezionare, ogni volta che ho abbassato l’attenzione non è mai stata una buona scelta. Cercherò di migliorare in continuazione per condividere quanto ho imparato con i sommelier di domani”.
Merico ha un sogno: “Spero che le istituzioni riconoscano la professione di sommelier. È un peccato che in uno dei Paesi più importanti nel mondo del vino questa figura professionale non abbia un inquadramento normativo. Il sommelier è un mestiere da sempre attuale e un tassello fondamentale per la filiera del made in Italy. Molti sommelier italiani che lavorano all’estero sono propulsori nelle esportazioni del buon vino e permettono di far conoscere i prodotti del nostro territorio”.
Un consiglio ai giovani: “Abbiate tanta passione – conclude il sommelier – e siate pronti a fare sacrifici. Se da un lato questo lavoro è stimolante, dall’altro è stancante fisicamente. I risultati ottenuti, però, danno grandi gratificazioni. E la disoccupazione in questo settore non esiste”.
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