DESIO – La Federazione Ginnastica d’Italia respinge ogni sospetto e fa chiarezza sulla petizione online promossa a favore di Emanuela Maccarani, direttore tecnico della Nazionale della sezione ritmica: nessuno ha concordato l’iniziativa con la federazione, che si affretta a prendere le distanze.
“Nel pieno rispetto della libertà di espressione e delle sensibilità di ciascuno – ha spiegato pubblicamente la federazione con una nota -, la Fgi si dissocia da un’iniziativa della quale non era a conoscenza e, nel prendere le distanze da chi, pur rivestendo un ruolo di responsabilità regionale all’interno della Sezione di Ritmica, l’ha promossa motu proprio, confida nel lavoro della magistratura sportiva ed ordinaria”.
Poche righe, chiare e forti, da parte della federazione per dire no alla petizione online lanciata a favore della sezione ritmica e, soprattutto, di Emanuela Maccarani. Ovvero del direttore tecnico della Nazionale italiana, finita nella bufera per i presunti casi di maltrattamento e, proprio di recente, deferita giustizia sportiva.
Un intervento anche un po’ “chiamato” quello della Federginnastica, ma non si è fatto attendere e, anzi, è arrivato anche rapidamente. La federazione dopo lo scoppio dello scandalo e dopo aver preso immediatamente la decisione di nominare il commissario straordinario Valter Peroni (vicepresidente della stessa federazione) per gestire tutto ciò che attiene l’Accademia Internazionale di Ginnastica ritmica di Desio, e dopo la nomina di una psicologa dello sport quale “duty officer” (per i rapporti tra le atlete e i tecnici), aveva già ormai deciso da tempo di mettere il bavaglio a tutti i tesserati. Ogni parola pronunciata, del resto, rischiava di essere fuori luogo. Lo stesso presidente Gherardo Tecchi aveva scelto la strada del silenzio, nella convinzione che a parlare dovessero essere soltanto i fatti: impossibile ottenere una sua dichiarazione in questi ultimi tempi. Insomma spazio alla Procura penale di Brescia (a cui si è aggiunta pochi giorni fa anche quella di Monza) e a quella sportiva. Eventuali considerazioni sarebbero state pronunciate soltanto di fronte a novità concrete.
Sul web non ha invece scelto la strada del silenzio Livia Ghetti, a sua volta allenatrice di ginnastica ritmica, che attraverso la piattaforma Change.org ha lanciato la petizione per esprimere sostegno alla sua collega Maccarani. Obiettivo dichiarato: 1.000 firme. A ieri, in cinque giorni, la sua iniziativa è arrivata a poco meno di 900 adesioni.
L’iniziativa ha subito diviso il mondo dello sport, e non solo. Tra i più delusi l’associazione ChangeTheGame, con sede legale a Milano e sede operativa a Monza nell’Arena di viale Stucchi, che nei giorni scorsi aveva già chiesto a gran voce la sospensione di Emanuela Maccarani e della vice Olga Tishina in quanto indagate dalla Procura. Ora una lettera alla federazione per chiedere di prendere le distanze dalla petizione online.
L’appello non è rimasto inascoltato. Il presidente Tecchi non ha fatto fatica a dissociarsi dall’iniziativa. Si è parlato tanto di ginnastica negli ultimi tempi, forse come non era mai accaduto prima. Purtroppo non per le medaglie, ma per presunti maltrattamenti ancora da accertare in via definitiva.
Allo stesso tempo, però, una prima condanna dal presidente arriva anche nei confronti della promotrice di questa petizione perché “pur rivestendo un ruolo di responsabilità regionale all’interno della sezione di Ritmica, l’ha promossa di sua iniziativa”.
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